La Vuelle prova a ripartire dagli italiani

Moretti si è inserito bene nel gruppo e ora tutto dipende dalla capacità del club e dello sponsor di confermare coach Banchi

Trovare una squadra che non smonti tutto a fine campionato è una rarità, perché i giocatori che si mettono in mostra in questo mercato globale hanno sempre un’occasione migliore davanti. La Vuelle già sa che Tyrique Jones è destinato a prendere il volo per le statistiche con cui ha chiuso la stagione e se col tempo riuscirà a tenere sotto controllo le sue reazioni emotive un futuro per lui in Eurolega è garantito. Ma, nonostante gli ostacoli, nei ‘desiderata’ del club la voglia di tenersi un blocco da cui ripartire è palpabile. A cominciare dal nucleo italiano che ha funzionato bene sotto le direttive di capitan Delfino e dà la sensazione di essere molto unito: è stato la base sulla quale si sono innestati i nuovi arrivi senza troppi scossoni e il duo Moretti-Tambone, una volta responsabilizzato dalla partenza di Larson, ha risposto bene, crescendo di partita in partita fino a rendersi protagonista dei risultati centrati dalla formazione pesarese. Se con un colpo d’ala si riuscisse a vincolare il coach dei sogni alla panchina biancorossa, nella lista di Banchi ci sarebbero anche i ‘suoi’ giocatori, quelli che ha portato in città in corso d’opera per correggere la rosa, quindi sia Doron Lamb che Mareks Mejeris, che godono della sua fiducia e hanno fatto cose importanti, l’americano con un po’ meno di continuità, ma firmando le partite della svolta, a Trento la salvezza e a Napoli i playoff, con due canestri all’ultimo secondo. Entrambi hanno disputato coppe in passato e probabilmente partecipare alla Champions League rappresenterebbe un elemento in più per far pendere la bilancia verso Pesaro, dato che Lamb l’ha proprio dichiarato che gli piacerebbe tornare. Ma per reggere il doppio fronte con una competizione europea occorrerebbe passare al 6+6, con tutto quello che comporta dal punto di vista economico, 40.000 euro di tassa per cambiare formula ed uno straniero in più in organico. Sono discorsi prematuri, però, fino a che non sarà arrivata una risposta dalla famiglia Beretta che quest’anno ha fatto uno sforzo notevole, alzando l’asticella del contributo e pagando anche i premi playoff. Il main sponsor, partito con un’annata da incubo stroncata dal Covid, aveva già avuto le sue soddisfazioni l’anno passato durante le Final Eight di Milano, ma stavolta la squadra è ‘durata’ fino in fondo, regalando un palazzo di nuovo brulicante di passione che ha emozionato Andrea Beretta. La prima risposta che conta, perciò, deve arrivare da loro e poi da tutti quelli che a vario titolo – sponsor o consorziati che siano - possono fare un passo avanti per incrementare il budget e non smontare soprattutto l’entusiasmo e la partecipazione che si è ricreata attorno alla squadra. Anche il nuovo presidente del Consorzio, Franco Arceci, è chiamato mettere insieme con la sua capace diplomazia tutte le parti, smussando le eventuali gelosie per ruoli o presenze all’interno del Consorzio e in generale della società. Come si chiede ai giocatori di fare squadra, senza egoismi, mettendo insieme le forze così lo facciano quelli che lavorano fuori dal campo e vorrebbero godere poi dei risultati ottenuti.

Elisabetta Ferri