"Vuelle, felice di rivederti a questi livellI"

Daniel Hackett, il nemico-amico: "Sembra pensata da un regista, io rientro in Italia e Pesaro torna ai playoff proprio contro di me"

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di Elisabetta Ferri

Daniel Hackett torna in Italia dopo sette anni e pesca proprio la Vuelle nei playoff un decennio dopo averli giocati l’ultima volta in maglia biancorossa: una storia incredibile, no?

"Chi l’ha scritta è un gran regista! Da ex giocatore della Vuelle e da pesarese sono felice di rivedere Pesaro ai playoff. Quello che mi preoccupava un po’ era la rivalità, era buffo trovarsi da quest’altra parte appena tornato in Italia quando l’ultimo a fare i playoff in maglia biancorossa ero stato io con la ’Scavo’ nel 2012. Invece ho notato, e gradito, gli applausi quando sono venuto alla Vitrifrigo Arena con la Virtus in regular-season, mi ha fatto davvero molto piacere per il legame che ho con la città e la gente".

Cosa ti scrivono i tuoi amici in queste ore?

"Vacci piano o qualcosa del genere. Il tono è quello, più o meno scherzoso. Ma li capisco e comprendo la tensione che c’è: la rivalità con le V nere affonda le radici nel passato, è qualcosa che fa parte della tradizione".

Cos’hanno raccontato le prime due partite della serie?

"In garauno ci hanno messo in grande difficoltà. Noi dopo la conquista dell’Eurocup abbiamo avuto a disposizione un solo allenamento, anche piuttosto blando, per preparare la gara mentre la Carpegna Prosciutto ha avuto una settimana per studiarci. Poteva essere una partita trappola per noi e infatti lo è stata, una gara seria e tosta che ci ha impegnato a fondo. Garadue è stata diversa perché loro hanno avuto percentuali più basse al tiro, provocate anche dalla maggior aggressività della nostra difesa; nella ripresa Pesaro è calata di intensità, era inevitabile vista la minor lunghezza delle loro rotazioni".

Questa serie assomiglia un po’ alla vostra con Milano del 2012: sfavoriti, vinceste gara3 in casa prima di arrendervi. La rivedi un po’?

"Spero di no, perché vista dalla sponda opposta significherebbe 2-1! Dovremo essere concentrati, conoscendo l’ambiente so che daranno tutto in campo e sugli spalti e questo fattore non va sottovalutato".

Dopo la separazione dal Cska, Hackett è capitato nel posto giusto al momento giusto?

"C’era bisogno di un adattamento veloce, l’obiettivo Eurolega incombeva e non permetteva errori di sorta con la formula dell’eliminazione diretta. La società ha fatto del suo meglio per inserire rapidamente me e Toko Shengelia e direi che l’operazione è riuscita".

Quando Banchi ha firmato per la Vuelle sei stato il primo a congratularti con lui: come l’hai visto inserito nell’ambiente pesarese?

"Molto sereno, orgoglioso per il risultato ottenuto e determinato a giocarsela contro di noi. Ha riacceso il cuore della squadra, che ad inizio stagione pareva spento e regalato ai pesaresi una bella pallacanestro, il che è doppiamente apprezzabile in un posto dove tutti se ne intendono. Ma non c’erano dubbi sulla tifoseria: dieci anni di pene dell’inferno non avevano ancora spento il fuoco della passione. Luca Banchi si è dimostrato il condottiero che conosco, il suo modo di fare si è sposato bene con la piazza e mi auguro che questo matrimonio possa funzionare a lungo".