LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Prete contro i fedeli: chiede 25mila euro

Sei parrocchiani a processo per avergli impedito di dire messa, dopo le tensioni dovute ai suoi modi bruschi. Loro offrono mille euro

Don Luigi Gatti, l’ex parroco di Alfonsine dimessosi nel febbraio 2021: "Motivi personali"

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Ravenna, 8 maggio 2024 – Entra nel vivo il processo che vede sei parrocchiani di Alfonsine imputati di violenza privata nei confronti dell’ex parroco, don Luigi Gatti. Il religioso si era dimesso dopo che, stando alla sua versione dei fatti, alcuni fedeli lo avrebbero circondato e aggredito, impedendogli di dire messa.

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Il prete aggredito contro i parrocchiani di Alfonsine: “Ecco perché voglio 25mila euro”

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Una situazione di tensione, assai poco cristiana, che si era venuta a creare dopo che la comunità non aveva gradito i metodi ritenuti troppo bruschi del don, che aveva allontanato diversi fedeli dalla parrocchia dopo averla privata del coro, dell’oratorio e del gruppo scout.

Dopo le udienze saltate per motivi di forma, ieri il giudice Cristiano Coiro, al termine di un lungo braccio di ferro su questioni procedurali, ha ammesso la costituzione di parte civile di don Gatti, tutelato dall’avvocato Nicola Montefiori, che chiede un risarcimento di 25mila euro. Soldi che il religioso – ieri non presente in aula – ha intenzione di destinare a opere di bene.

Dal giorno delle dimissioni, che risalgono al 22 febbraio 2021, il prete è senza parrocchia e, a disposizione della diocesi di Faenza-Modigliana, svolge una sorta di supplenza laddove necessario, con incarichi provvisori. Aveva abbandonato la chiesa di Alfonsine, non l’abito talare, ritenendo che il clima attorno a lui fosse diventato troppo ostile. Sull’altro fronte i giovani parrocchiani portati alla sbarra – tra questi un minorenne all’epoca dei fatti – hanno sempre respinto gli addebiti. Tre di loro – tutelati dagli avvocati Paola Bravi, Erica Appi e Riccarda Argelli – ritengono troppo esosa la pretesa risarcitoria di don Gatti e, pur dicendosi estranei ai fatti contestati, entro la prossima udienza fissata a metà luglio formalizzeranno un’offerta simbolica a testa di mille euro, una forma riparatoria avanzata per mere ragioni di opportunità, ma in assenza di assunzione di responsabilità.

I sei parrocchiani sono accusati di un fatto collocato il 20 febbraio, cioè due giorni prima che il religioso decidesse di lasciare le chiese alfonsinesi di Santa Maria, del Sacro Cuore di Gesù e San Giuseppe nella vicina Fiumazzo, formalmente per "motivi personali".

Quel giorno lo avrebbero accerchiato e bloccato, spintonandolo e minacciandolo con frasi del tipo "stai attento a quello che fai, lasciaci stare, non rompere", impedendogli dapprima di accedere ai locali della canonica ed in seguito, dopo che era riuscito ad entrarci, di uscirvi per recarsi a celebrare la messa. Condotta aggravata all’aver commesso il fatto contro un ministro del culto cattolico e per avere indotto anche un minore a commettere il presunto reato. Don Gatti era arrivato ad Alfonsine nel 2018. Al culmine del dissidio, appeso all’oratorio, era apparso un cartello che la dice lunga sul clima di tensione che c’era: "Don Luigi Gatti ha cacciato anche l’ultima luce che era rimasta in questa chiesa: l’oratorio. Adesso la parrocchia è definitivamente vuota". Prima ancora era stato sfrattato lo storico gruppo scout, successivamente era toccato al coro.