MONIA SAVIOLI
Cronaca

Il prete aggredito contro i parrocchiani di Alfonsine: “Ecco perché voglio 25mila euro”

Contestazioni e liti culminate in una aggressione. Don Luigi si è dimesso ma chiede giustizia "Sì, ho chiuso l’oratorio e il gruppo scout. Se le cose non funzionano prima o poi finiscono"

Don Luigi Gatti, 77 anni, è stato parroco di Alfonsine fino al 2021, quando fu costretto a dimettersi

Don Luigi Gatti, 77 anni, è stato parroco di Alfonsine fino al 2021, quando fu costretto a dimettersi

Alfonsine (Ravenna), 10 maggio 2024 – Don Luigi Gatti, 72 anni, è stato parroco di Alfonsine per due volte, l’ultima delle quali dal 2018 al 2021 come reggente della Parrocchia di Santa Maria. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto con un parte dei parrocchiani: incomprensioni e attriti, culminati in un’aggressione fatta di spinte e minacce verbali da parte di un gruppo di ragazzi fra i 17 e i 22 anni. Così don Luigi ha rassegnato le dimissioni. E ora chiede un risarcimento a sei parrocchiani, tre dei quali, pur negando ogni addebito, sono disponibili a riconoscergli mille euro a testa.

Don Luigi, è vero che ha chiesto 25.000 euro di danni ai suoi parrocchiani?

"Dai ragazzi in realtà non pretendo niente perché li ho già perdonati anche se quell’episodio è stato per me come un colpo al cuore. Ai ragazzi voglio bene, ho sempre detto loro di stare con le loro famiglie e di abbandonare le esperienze vissute negli ultimi anni all’interno del gruppo guidato dal cinquantenne che mi ha osteggiato".

Come sono nati gli attriti culminati nell’aggressione del febbraio del 2021?

"Qualcuno di fatto mi ha impedito di fare il parroco. Si tratta di un laico che 40 anni fa è stato in seminario ma non è mai stato ordinato dal vescovo. Qualche confratello gli ha permesso di stare in parrocchia per compassione, visto che non ha lavoro né famiglia. Anche ora, nonostante, ci siano tre nuovi sacerdoti, continua a occupare il primo piano della canonica. Ritiene la cultura e la pulizia personale non servano a niente. È lui che guida il gruppo dei ragazzi ostili, trascinandoli nel suo stile di vita".

L’hanno accusata di aver cacciato gli scout, di aver interrotto le attività dell’oratorio e di aver anche sciolto il coro...

"Se le cose non funzionano, prima o poi finiscono. Gli scout li ho fondati io, 40 anni fa, quando sono stato ad Alfonsine per la prima volta dal 1982 al 1993. Successivamente quel gruppo si è trasformato in una sorta di doposcuola, in qualcosa quindi di ben lontano dallo spirito scoutista. Il vescovo mi rimandò ad Alfonsine nel 2018, per sistemare l’ambiente visto che lo conoscevo. L’oratorio era da ricostituire, era senza idee, senza progetti. Per il discorso coro, ho trovato un gruppo diretto da una maestra autoproclamata di musica con scarsa conoscenza della materia" .

Ora cosa fa?

"Me ne sono andato da Alfonsine nel 2021 anche perché avevo in quel momento seri problemi di salute. Ora sto molto bene. Il vescovo mi ha dato la possibilità di continuare i miei studi, tant’è che ho pubblicato anche un libro su Galileo, restando a disposizione per coprire le esigenze che si possono verificare nelle varie parrocchie. Ultimamente sono abbastanza fisso a Brisighella a supporto dei due parroci".

Tornerebbe ad Alfonsine?

"Ogni tanto ci ho pensato. Diamo tempo al tempo".

Cosa augura alla comunità di Alfonsine?

"Quella che mi vede coinvolto è una storia che spero si risolva presto. Ad Alfonsine c’è tanta brava gente. Quando sono tornato, nel 2018, ho ripreso contatto con tanti parrocchiani. Spero che i ragazzi che fanno parte del gruppo della parrocchia facciano la loro strada, senza essere influenzati".