Prete chiede risarcimento ai fedeli

Il parroco di Alfonsine si dimette per motivi personali, ma in realtà era in conflitto con i fedeli. Sei parrocchiani sono accusati di averlo aggredito. Il prete chiede un risarcimento di 25mila euro.

ALFONSINE (Ravenna)

Il 22 febbraio 2021 si dimise da parroco di Alfonsine, a suo dire "per motivi personali". In realtà, da tempo tra don Luigi Gatti e la comunità dei fedeli volavano gli stracci. Questi lo accusavano di avere "spento la luce" alla parrocchia, dopo avere sfrattato gli scout, allontanato il coro e chiuso l’oratorio. Lui ne ha denunciati sei, che due giorni prima delle dimissioni lo avrebbero circondato e aggredito, minacciandolo con frasi del tipo "stai attento a quello che fai", impedendogli di dire messa. E ora i sei parrocchiani si trovano a processo con l’accusa di violenza privata in concorso. Ieri, il prete – al momento senza una parrocchia assegnata, ma utilizzato alla bisogna dalla diocesi di Faenza-Modigliana – si è costituito parte civile e chiede un risarcimento di 25mila euro, da destinare a opere di bene. Tre dei parrocchiani imputati, pur negando gli addebiti, sono disponibili a riconoscergli mille euro a testa per ragioni di opportunità. Tradotto, per finirla qui. Don Gatti era arrivato ad Alfonsine nel 2018. Al culmine del dissidio, appeso all’oratorio era apparso anche un cartello, che la diceva lunga sul clima di tensione che aleggiava: "Don Luigi Gatti ha cacciato anche l’ultima luce che era rimasta in questa chiesa: l’oratorio. E adesso la parrocchia è definitivamente vuota".