Alluvione, a Conselice tensione davanti al municipio. Cittadini esasperati

"Dopo dieci giorni abbiamo ancora l’acqua alta. Chieste spiegazioni al sindaco senza ottenere risposta". In paese gli evacuati sono 500. I residenti: "Perché non pompare l’acqua verso i campi di via Selice?"

Conselice (Ravenna), 26 maggio 2023 – A dieci giorni dall’alluvione Conselice deve ancora fare i conti con allagamenti diffusi in vari quartieri della città, al punto che davanti al Comune si è andato formando sin dalle prime ore della mattinata un capannello di cittadini decisi a fronteggiare la sindaca Paola Pula.

Un mezzo di soccorso attraversa la strada allagata a Conselice (foto Corelli)
Un mezzo di soccorso attraversa la strada allagata a Conselice (foto Corelli)

Una situazione potenzialmente esplosiva, che ha costretto Polizia e Carabinieri a presidiare il municipio con un numero di uomini mai inferiori alla decina. "Crediamo di meritare delle spiegazioni", spiega Sumy Ronchi, parte del gruppo assiepato sotto le finestre del municipio. "Sono trascorsi dieci giorni dai primi allagamenti, vogliamo capire quando finalmente le acque si ritireranno da Conselice".

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Sono le forze dell’ordine, insieme ai Vigili del Fuoco e alla Protezione civile, a mantenere i collegamenti con gli abitanti delle zone alluvionate: alcuni punti sono raggiungibili solo con il defender che il Soccorso Alpino del Trentino ha dato in dotazione alla Guardia di Finanza, un mezzo dalla caratura impressionante che nonostante questo il comandante Andrea Mercatili e i suoi uomini guidano per le strade della cittadina con estrema cautela. Perfino una jeep come questa infatti, capace di sollevarsi da terra di 90 centimetri, in alcune parti di Conselice rischierebbe di non poter più procedere.

Sul suo cammino incontra chi non può uscire di casa e dunque non può far altro che rimanere affacciato ai balconi, e chi invece – come Marco e Lorenzo, due giovanissimi armati di tenuta da pescatore – si avventura per le strade per sgombrare le case colpite dall’alluvione: un’azione che negli altri comuni colpiti è entrata a pieno regime già il mercoledì della settimana scorsa, e che a Conselice è appena agli inizi. Un residente, Stefano Rambaldi, è fra i pochi ad essere riusciti a gestire la situazione nella sua abitazione, "sigillando alcune parti ed azionando pompe e generatori. Ma faccio parte di una minoranza: alla maggior parte dei cittadini non è stato spiegato nulla di tutto questo. L’acqua qui ha continuato a salire di un centimetro all’ora fino a martedì, quando finalmente grazie al lavoro delle idrovore è potuta scendere". Conselice , che conta 500 evacuati, di cui 220 ospitati in strutture di accoglienza, è ormai nel caos, come evidente sin dai primi scambi di battute con gli abitanti: a fianco di chi è in contatto con amici e parenti che vorrebbero tornare qui c’è invece chi sta pensando di andarsene ora, a dieci giorni dall’alluvione, esasperato da condizioni che sembrano non migliorare, con l’acqua che ancora invade interi quartieri, non defluendo o facendolo lentissimamente. I motivi di questa situazione sono vari: dai tombini che non riescono più a ospitare liquidi, come evidente ogni qual volta se ne incontra uno circondato da una pozza completamente ferma, fino alle cautele nel pompaggio delle acque nei canali, i cui argini, appena ripristinati, potrebbero non reggere dinanzi a simili volumi, e dunque andare nuovamente in frantumi.

Nel cuore della pianura padana, inoltre, il territorio non è mai completamente piatto: nei quartieri che sorgono anche solo mezzo metro o qualche decina di centimetri più in alto il deflusso è percettibile, mentre altrove i livelli non paiono diminuire. L’idrografia di questa porzione di pianura ravennate è un mistero spesso anche per i suoi abitanti: "forse da qui l’acqua potrebbe essere pompata in direzione dei campi che circondano via Selice", si domandano alcuni residenti del quartiere che circonda i campi sportivi, ancora completamente allagato. "Abbiamo chiesto spiegazioni ma non ne abbiamo ricevute. Sappiamo solo che sono dieci giorni che queste case sono invase da acque sempre più stagnante. Non sappiamo quanto ancora le strutture reggeranno".