Incendio Caviro Faenza, il testimone: "Ho visto la morte in faccia"

Fiamme in un capannone: numerose esplosioni e altissima colonna di fumo. Vigili del fuoco da numerose città al lavoro tutta la notte. Per fortuna non ci sono stati feriti

Faenza, 9 maggio 2023 – “Sì, sì, ho visto la morte in faccia. È stato terribile, terribile, sono sotto choc. Ma sono vivo e neppure ferito. No, no, il mio nome no…Ero dentro al capannone quando improvvisamente c’è stata una vampata, l’alcol ha preso fuoco, sono scappato…": una quarantina d’anni, lo sguardo ancora fisso nel vuoto, i compagni di lavoro l’abbracciano, lui è in sella alla propria bici, l’ha inforcata appena ha potuto, per non avere negli occhi l’infernale immagine delle fiamme altissime che stanno divorando un settore centrale dell’azienda, la distilleria ‘Caviro’, in cui lavora da anni (foto e video).

Le fiamme si sprigionano: la colonna di fumo sarà altissima (Foto Stefano Tedioli)
Le fiamme si sprigionano: la colonna di fumo sarà altissima (Foto Stefano Tedioli)

Le cause dell'incendio

Un testimone prezioso, Antonio (nome di fantasia) e sarà fondamentale anche per la magistratura quando sarà il momento di accertare le precise cause del disastro di ieri mattina innescato verosimilmente da una scintilla durante ordinari lavori di manutenzione. Un disastro che di danni ne ha causati molti, ma fortunatamente non ha fatto né vittime, né feriti.

Spegnimento del rogo

Intanto, sono proseguite per tutta la notte le operazioni di spegnimento: il rogo è sotto controllo e sono in fase di bonifica gli ultimi focolai. Per domare le fiamme sono stati utilizzate dai vigili del fuoco 8 autopompe, 7 autobotti, 3 cisterne kilolitriche, 5 carri schiuma, 2 automezzi aeroportuali (da Forlì e Bologna) 3 carri aria, 3 autoscale, 1 carro fari, 1 unità Sapr (drone), 1 unità comando e 1 elicottero del reparto volo di Bologna. 

Cosa è successo ieri alla Caviro di Faenza

Erano le 11.50 quando è scoppiato l’inferno. Nel capannone c’erano diversi operai della ‘Caviro’ e alcuni della ditta esterna incaricata delle manutenzioni. Nel giro di uno-due minuti una colonna di fumo nerissimo si è levata nel cielo ed è rimasta visibile a lungo da ogni angolo della città.

Subito è un accorrere di mezzi dei vigili del fuoco, carabinieri, polizia locale. In dieci minuti le fiamme sono già altissime, alimentate dall’alcol etilico in fuoriuscita da uno dei silos scoperchiato dall’esplosione. A meno di cinquanta metri dal capannone in fiamme la temperatura è quasi insopportabile, folate di aria caldissima investono l’ingresso est, dove via Convertite diventa un budello sterrato. "Ero al lavoro sulla ruspa per la rimozione dei fanghi, ho visto l’incendio e sono corso via" racconta, con la garanzia dell’anonimato, l’operaio di una cooperativa collegata.

Attorno a lui ci sono altri compagni, tutti operatori delle ruspe che hanno condotto all’esterno della vastissima azienda, come prevede il protocollo di sicurezza. "Fra di noi c’è chi parla di feriti e chi di un morto…". Notizie che trovano presto smentita dalle prime informazioni ufficiali.

L’afflusso dei mezzi dei vigili del fuoco è costante, dai comandi di Faenza, Ravenna, Cervia, Lugo, poi da altri comandi regionali. E massiccio è stato anche l’afflusso di mezzi e personale delle forze dell’ordine da varie parti della provincia, necessari per chiudere un vasto reticolo di strade nel raggio di un chilometro e di far evacuare residenti ed operai delle aziende (fra cui la scuderia di Formula Uno Alpha Tauri).

Davanti a un rogo del genere, alimentato da un liquido altamente infiammabile come l’alcol, non ci sono rimedi risolutori: l’obiettivo è uno solo, cercare di impedire che i quindici silos (ognuno della capacità di 200 metri cubi di alcool), adiacenti al capannone in cui si stava sviluppando l’incendio e il cui tetto già era crollato, venissero raggiunti dalle fiamme o anche solo dal calore altissimo.

Per questo, mentre a intervallo si avvertivano ripetute esplosioni, sono stati incessantemente raffreddati con potenti getti di acqua.

I vigili del fuoco, è bene sottolinearlo, hanno operato da non più di una quindicina di metri. Un’operazione che si è protratta per lunghe ore e a metà pomeriggio, quando le fiamme si sono attenuate, sono entrati in azione i cannoncini con lo schiumogeno.

Verso le 19.30 anche le ultime fiamme sono state domate. L’allarme è rientrato e i residenti sono rientrati a casa.