Perizia psichiatrica per Giulia, si lanciò nel vuoto con la figlia. Era capace di intendere?

Il 21 giugno sarà affidato l’incarico a uno psichiatra di Roma; attualmente la donna resta ai domiciliari a Villa Azzurra dove continua il percorso di cura, che aveva interrotto

Ravenna, 11 giougno 2024 – Sarà disposta tra alcuni giorni la perizia psichiatrica tesa ad accertare la capacità di intendere e di volere di Giulia Lavatura Truninger, la 41enne di Ravenna che lo scorso 8 gennaio si è gettata nel vuoto dal nono piano della palazzina di via Dradi in cui viveva, portando con sé la figlia Wendy di sei anni e la loro cagnolina, morte nell’impatto. La donna, nonostante un volo di trenta metri, si era salvata per miracolo grazie alle strutture del cantiere del superbonus che ne avevano attutito la caduta.

Il marito di Giulia (nel riquadro) nel cortile del palazzo da cui si è buttata la moglie con la figlioletta di 6 anni
Il marito di Giulia (nel riquadro) nel cortile del palazzo da cui si è buttata la moglie con la figlioletta di 6 anni

L’udienza è stata fissata per il 21 giugno, davanti al Gip Andrea Galanti, nella forma dell’incidente probatorio, quindi per cristallizzare la prova prima dell’eventuale processo. Sarà lo stesso giudice a definire i quesiti ai quali dovrà dare risposta il medico chirurgo, specializzato in psichiatria, Simone Braccini: oltre alla capacità di intendere al tempo dei fatti, si presume anche quella di stare in giudizio. La difesa dell’indagata, con l’avvocato Massimo Ricci Maccarini, ha accolto la richiesta di perizia del Pm Stefano Stargiotti e la supporterà con un proprio consulente nella figura dello specialista Renato Ariatti. Da una decina d’anni Giulia era in cura presso il Centro di salute mentale di Ravenna. Attualmente resta ricoverata presso la clinica Villa Azzurra, dove sta continuando un percorso di recupero, sempre sotto sorveglianza perché il rischio suicidiario – avendo compreso il crimine terribile di cui si è macchiata – resta concreto.

La donna ha ripreso le cure farmacologiche e, di conseguenza, ha riallacciato i contatti con il padre e gli altri familiari, gli stessi che nel drammatico testamento, pubblicato su Facebook poche ore prima di lanciarsi nel vuoto, indicava come i colpevoli del suo stato di malessere e dei suoi problemi in casa. E questo dopo che l’astinenza da medicinali l’aveva fatta finire in un tunnel senza via di uscita.