Giulia Lavatura dimessa e trasferita in Psichiatria

La donna arrestata per l’omicidio aggravato della figlia Wendy di sei anni

Revanna, 19 gennaio 2024 – Ha ricominciato a camminare ed è stata dimessa ieri dall’ospedale ’Bufalini’ di Cesena, dove era ricoverata piantonata dalla Penitenziaria. Ora la 41enne Giulia Lavatura Truninger si trova ai domiciliari nel reparto di Psichiatria di Ravenna, così come aveva disposto il gip Andrea Galanti dopo averne convalidato l’arresto della polizia per l’omicidio aggravato della figlia Wendy di sei anni.

Giulia Lavatura (nel tondo) dimessa e trasferita in Psichiatria, la donna è stata arrestata per l’omicidio aggravato della figlia Wendy di sei anni
Giulia Lavatura (nel tondo) dimessa e trasferita in Psichiatria, la donna è stata arrestata per l’omicidio aggravato della figlia Wendy di sei anni

La donna, difesa dall’avvocato Massimo Ricci Maccarini, deve rispondere anche dell’uccisione della cagnolina Jessy: si era lanciata con la bimba stretta a sé e la barboncina legata alla vita dal loro appartamento al nono piano di un condominio di via Dradi la mattina dell’8 dicembre scorso. Ma, forse a causa di un rete, si era salvata nonostante un volo di quasi 30 metri. Per Wendy e Jessy la morte era invece arrivata sul colpo.

L’ultimo saluto alla piccola, dopo il via libera del pm Stefano Stargiotti, è avvenuto in forma strettamente privata lunedì scorso nella cappelletta adiacente all’obitorio: oltre ad amici, parenti e familiari, era presente anche il vescovo. Il nonno Giuseppe e del padre Davide, hanno invitato le persone a fare una donazione all’associazione ‘Porte Aperte della Romagna’ o a un’altra realtà di supporto a chi ha malattie psichiatriche.

Sul fronte indagini, si attendono i risultati delle analisi sui campioni prelevati dalla piccola per verificare eventuali sedazioni con farmaci, escluse tuttavia dalla madre. In quanto alla 41enne, per il gip esiste un "concreto e attuale pericolo di reiterazione".

Per questo motivo le è stata applicata una misura cautelare "per la difesa della tutela sociale" di chi, in futuro, si troverà a starle vicino. Ma soprattutto da subito bisognerà proteggerla anche "da se stessa" con una "osservazione continuata e specializzata".

Perché quello di Giulia è "un male interiore profondo e radicato" che, come tale, potrebbe spingerla a completare "il suo tragico piano" anche con maggiore determinazione e pure con "altri strumenti di morte".

Per il giudice la "stella polare dell’indagine" della squadra Mobile, resta la "dimensione psichica" di Giulia, da almeno una decina d’anni seguita dal centro di salute mentale. Tanto che la difesa ha già anticipato che a breve presenterà formale richiesta di perizia psichiatrica. Lei stessa, nell’interrogatorio davanti al pm, spiegando di avere maturato la decisione del gesto estremo dal 22 dicembre, non aveva fatto mistero di avere smesso negli ultimi giorni con le medicine perché "mi creavano un gran tremore alle mani".

a. col.