Si butta con la figlia, ora Giulia chiede del marito: anche lui è ricoverato

La donna: “ Tutti e due eravamo esasperati per i lavori del Superbonus”. Non a Ravenna, ma in una casa di Bagnacavallo. Ieri svolti i prelievi sulla bimba, oggi il nulla osta ai funerali

Ravenna, 12 gennaio 2024 – Ha chiesto del marito, Giulia. Dal letto dell’ospedale Bufalini, dove è piantonata in stato di arresto, si è preoccupata per Davide. Il quale, per lo choc, è crollato a sua volta. E ora, per un beffardo scherzo della sorte, si trova ricoverato nella stessa struttura che aveva in cura la moglie, prima che questa decidesse di uccidere la figlia Wendy lanciandosi con lei dal nono piano: il Centro di salute mentale di Ravenna.

Un primo piano di Giulia, la mamma che si è gettata nel vuoto con la sua figlioletta. Le indagini e fiori e giocattoli per la piccola Wendy
Un primo piano di Giulia, la mamma che si è gettata nel vuoto con la sua figlioletta. Le indagini e fiori e giocattoli per la piccola Wendy

L’interrogatorio della 41enne ha restituito una certezza: Giulia Lavatura era ossessionata dai lavori del 110. Con una precisazione: i cantieri del Superbonus non erano quelli che ancora oggi cinturano il palazzone di via Dradi, in cui la coppia abita, e i due edifici prospicienti.

I lavori del 110% a Bagnacavallo

I lavori che ossessionavano Giulia, e che nella sua mente erano diventati un ostacolo insuperabile, riguardano una casa a Bagnacavallo che i due coniugi hanno in comproprietà. Sembra assurdo ma, anche in chiave difensiva, a detta dell’avvocato Massimo Ricci Maccarini, il 110 sarebbe stata "la goccia che ha fatto traboccare il vaso".

Anche il marito era preoccupato. Pochi giorni prima le aveva inviato numerosi messaggi riguardo alle pratiche.

Cosa ha detto Giulia al pm

Ecco cosa ha detto Giulia al Pm Stefano Stargiotti: "E’ un pensiero che avevo dal 22 dicembre, io e mio marito, vedendo nell’applicazione che non erano stati caricati nemmeno i nostri documenti. Eravamo stressati per i bonus anche se avevamo ottenuto la cessione del credito". Poi ripete un concetto che aveva già espresso nell’incipit – non a caso – del lungo testamento su facebook in cui preannunciava il gesto estremo: "600 mila euro erano troppi per me, anche mia figlia sarebbe stata indebitata e io non potevo lasciarla in questa situazione. Mio padre mi diceva solo che aveva caricato tutto nel portale".

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Nel mirino, per le pratiche del 110, mette soprattutto il genitore. In realtà pare che i lavori della casa di Bagnacavallo erano a buon punto e il supposto debito, come da prassi, le sarebbe stato restituito nel tempo. Il problema dei soldi, insomma, avrebbe contribuito ad esasperare una mente resa già fragile dall’interruzione delle cure.

"Ho capito subito che Wendy e il cane erano morti”

Tra i vari aspetti, Giulia ha detto di aver capito subito che la figlia e il cane erano morti, mentre lei era svenuta durante la caduta e aveva ripreso i sensi al momento dell’impatto a terra. Operata alla colonna vertebrale, non ha riportato danni permanenti.

Oggi il Gip Andrea Galanti scioglierà la riserva sulla misura da adottare (in struttura, chiede la Procura- qui l’aggiornamento), mentre ieri sono stati effettuati gli esami sul corpo della piccola Wendy, ispezione esterna e prelievi ematici per capire se fosse stata sedata prima del lancio, circostanza che la madre ha escluso. Oggi il nulla osta ai funerali.