LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Mamma si butta con la figlia, la zia di Giulia Lavatura: "Non l’hanno seguita. I medici dicevano: non ha istinto suicida"

La tragedia di Ravenna, la donna racconta il calvario della famiglia: "Stavolta non ce ne siamo accorti. Altro dramma, quando capirà che Wendy non c’è più"

Ravenna, 10 gennaio 2024 – "Non vi preoccupate, dicevano psicologi e psichiatri, non ha istinto suicida... La verità è che Giulia ha dei problemi, e il Centro di salute mentale di Ravenna non è stato in grado di seguirla". Rosetta Lavatura Berardi è la zia di Giulia Lavatura, sorella del padre della 41enne, da lei accusati entrambi e messi nel tritacarne del ’testamento’ col quale ha anticipato il folle gesto. Davanti alle telecamere Rai, la sua verità. 

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Fiori, pupazzi di pezza, biglietti e altri ricordi lasciati davanti al cantiere ai cui piedi è morta la piccola Wendy; nel riquadro, Rosetta Lavatura Berardi, la zia di Giulia
Fiori, pupazzi di pezza, biglietti e altri ricordi lasciati davanti al cantiere ai cui piedi è morta la piccola Wendy; nel riquadro, Rosetta Lavatura Berardi, la zia di Giulia

Cosa non ha funzionato?

"Non è possibile che una persona malata debba decidere per se stessa. Quando noi parenti chiedevamo aiuto, ci dicevano che non potevamo decidere per lei, che la paziente avrebbe dovuto chiedere di farsi ricoverare. Ma come può una persona che non riconosce di essere malata a dire “ricoveratemi?“

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Cosa avrebbero dovuto fare i medici?

"Venire a casa e seguirla, per capirne lo stato. Una famiglia che ha una persona che sta male è completamente abbandonata. Ecco perché il padre e la zia, cioè mio fratello ed io, nella sua mente sono diventati i tiranni perché sono quelli che l’hanno fatta ricoverare. Quando sta male tira fuori l’odio, mentre quando sta bene chiede scusa".

Che persona è Giulia?

"Quando sta bene deliziosa, gentile, intelligente, affabile. Quando sta male si ricorda dei ricoveri, se la prende col padre, che l’adora e ha fatto di tutto per lei, e le persone che le vogliono bene".

Perché si sono deteriorati i rapporti tra di voi?

"Aveva deciso che né io né mio fratello dovevamo più vederla. Non sono mai riuscita a vedere mia nipote col pancione quando era incinta. Passammo giorni, nascosti, per vederla passare. Per un periodo lei andò via di casa, ospite dell’amica Sefi Idem (l’ex campionessa di canottaggio e parlamentare; ndr), ma non lo sapevamo ed eravamo preoccupati. Andammo a Linea Rosa, pensando l’avessero in affido loro perché Giulia raccontava in giro di essere maltrattata".

Dopo la nascita di Wendy?

"Il marito dopo due mesi chiamò il padre di Giulia: “dice frasi sconnesse, non è più lei“. Andai a trovarla che la bimba aveva tre mesi, Giulia esplose e ci cacciò dicendo “non voglio più vedervi, non vedrete mai la mia bambina“. Mio fratello disse al marito, “stavolta chiami tu il Centro di salute mentale“.

Poi cosa accadde?

"Fu ricoverata per un mese, tenemmo noi la bambina, venivano gli assistenti sociali a controllare. Quando tornò, Giulia era un’altra persona. L’avevano curata, diceva che potevamo vedere la bambina. Lei, però, era abile con i dottori: diceva di non volere più punture, ma medicine in forma di pastiglie. A quel punto per noi era impossibile controllare che continuasse la cura. E quando mio fratello le chiedeva “Giulia come va?“, lei andava su tutte le furie: era tornato ad essere il nemico".

Ultimamente aveva sospeso l’assunzione dei farmaci?

"Sì, ne sono certa. Altrimenti non l’avrebbe mai fatto. Non era mai successo che volesse farsi del male. Quando non stava bene ce ne accorgevamo subito, anche dal tono dei messaggi. Inoltre, non era sola come ha detto qualche vicino, noi eravamo una famiglia, tutti intorno a lei. Conoscendo le sue fragilità, l’abbiamo sempre aiutata e supportata. Su di me diceva cose terribili, ma quando stava bene chiedeva scusa. Mi faceva molta tenerezza, perché era malata. Purtroppo, questa volta non ce ne siamo accorti. Dai messaggi degli auguri di fine anno pareva tranquilla. Col marito, da poco tornato, e con la bimba era andata a teatro a Bologna. Non avevamo timore per Wendy, a lei era molto affezionata e legata, anche brava nel gestirla".

Sui social ci sono state anche reazioni scomposte contro i parenti.

"Le persone dovrebbero smettere di dare giudizi, bisogna essere dentro alle situazioni per capirle. Quando una persona non sta bene, non è più la stessa che si incontra per strada. Giulia è intelligente, la sua intelligenza la usa nel bene e nel male, con la stessa capacità. Capacissima di far credere che sta bene, specie quando vede me e suo padre, che vede come quelli che la vogliono ricoverare".

Andrà a trovarla in ospedale?

"Mio fratello è andato, ma non l’hanno fatto entrare. Io, immagino di sì...anche se in questo momento penso alla bimba che non c’è più, ha guardato tutta notte le sue foto. Giulia mi fa molta pena in questo momento. Quando si renderà conto di cosa ha fatto a Wendy, non so come finirà. Sarà una tragedia che continua".