ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Si butta con la figlia, il marito: “Giulia aveva problemi, non andava d’accordo con la sua famiglia”

I funerali della piccola Wendy saranno celebrati in forma privatissima. La donna aveva da qualche tempo cambiato la terapia farmacologica

Ravenna, 13 gennaio 2024 – «Giulia aveva dei problemi personali ed era difficile farla andare d’accordo con la sua famiglia". C’è un’altra vittima in questa terribile vicenda: è il marito della donna sopravvissuta e padre della bimba morta. Davide Timò, operaio nelle piattaforme di estrazione anche all’estero e quella mattina in casa ignaro di tutto. Tanto che la notizia di quanto era appena accaduto alla sua famiglia, gliela hanno data verso le 8 gli agenti della prima Volante intervenuti sul posto.

Il marito di Giulia (nel riquadro) nel cortile del palazzo da cui si è buttata la moglie con la figlioletta di 6 anni
Il marito di Giulia (nel riquadro) nel cortile del palazzo da cui si è buttata la moglie con la figlioletta di 6 anni

Lui stava ancora dormendo e - come ha annotato il gip nella sua ordinanza - mezz’ora prima aveva sentito dei rumori senza però dare troppo peso: pensava che la moglie Giulia stesse preparando la figlioletta Wendy per andare a scuola. Del resto alla prima sveglia - quella delle 6 - aveva visto che dormivano entrambe.

L’uomo davanti al pm ha confermato le ansie della consorte per una pratica legata al superbonus 110 aperta per i lavori di ristrutturazione di una casa comprata a Bagnacavallo. E ha anche precisato quanto nell’ultimo periodo fossero tesi i rapporti tra la moglie e il padre di lei, Giuseppe.

Ancora di più dopo le vacanze natalizie: lui aveva cercato sempre di mediare per dare serenità alla moglie e per fare in modo che la bimba avesse un nonno. In quanto ai loro rapporti, erano buoni. Ma la vera preoccupazione, arrivava dalla salute mentale della 41enne: "Era seguita da un medico del csm, centro di salute mentale, da almeno 10 anni. Prendeva anche dei farmaci in autonomia prescritti dal csm. Li doveva prendere tutti i giorni: ma essendo io in piattaforma a lavorare, non so se li abbia sempre presi seguendo la terapia".

Lui stesso era solito accompagnare la consorte al csm per le visite programmate: l’ultima c’era stata a novembre. Sui problemi di Giulia, ha specificato che "lei era convinta che il padre fosse una persona che le voleva del male e gli dava la colpa per la sua situazione: ma il padre non era come lo descriveva lei".

Circa le problematiche della 41enne, una dottoressa del centro ha riferito di avere conosciuto Giulia nel 2018 poco dopo la nascita di Wendy, in occasione di un accertamento sanitario obbligatorio che la donna aveva subito per forti sbalzi dell’umore.

Dal 2018 in poi, c’erano stati incontri mensili nel corso dei quali la 41enne era stata sottoposta a una iniezione di un dato farmaco: ma dopo tre anni, c’era stato un cambio di terapia passata, per volere di Giulia, a via orale. La dottoressa ha rilevato pure che negli ultimi tempi le tensioni con il padre apparivano essersi affievolite: restava però la forte preoccupazione per la pratica del superbonus. Sulla lontananza del marito per lavoro, la paziente aveva compensato il vuoto grazie alla sua Wendy e alla cagnolina Jessy.

Anche il padre della 41enne davanti agli inquirenti, si è concentrato sul percorso terapeutico di Giulia non facendo mistero della sua contrarietà per il cambio; negli ultimi giorni poi si era reso conto che "c’era qualcosa che non andava: era un po’ respingente, ma capitava che lei non seguiva la terapia e io lo sentivo che diventava respingente nei miei confronti: non era disponibile, non era affettuosa, aveva un comportamento completamente diverso da quando era in sé".

Per la piccola Wendy, i funerali, in forma privatissima come ha chiesto il padre, saranno celebrati a breve.

a.col.