Rischio idrogeologico, piano della Regione inattuato

Piano regionale per rischio idrogeologico fiumi romagnoli del 2011 rimasto inattuato. Studio Brath sul Lamone e interventi previsti non realizzati. Situazione critica attuale richiede revisione totale dei piani.

Nel 2011 la Regione approvò un piano per il rischio idrogeologico relativo a tutti i fiumi romagnoli, poi corredato da uno studio del professor Armando Brath per quanto riguardava il Lamone. Il piano poi corretto con una variante nel 2016, è rimasto sostanzialmente inattuato. Per il fiume Savio era prevista una riqualificazione di gran parte dell’asta fluviale con casse di espansione nel Cesenate, aree di laminazione a monte di Castiglione e difese spondali fra Castiglione e Savio. Per il Ronco erano indicati aree di laminazione nel tratto fra la statale Emilia e Meldola, il taglio generalizzato della vegetazione e la ristrutturazione dei muri di contenimento a Coccolia (lavori mai fatti tanto che un anno fa quel muro crollò sotto la spinta della piena); per il fiume Montone venivano evidenziate criticità a valle di Forlì verso Russi per via di diversi ponti bassi, fra cui quello della ferrovia Bologna-Ancona e un’altra "criticità nel tratto fra San Pancrazio e la chiusa di San Marco", con un rischio di esondazione "per piene trentennali". Tanto che venivano indicati lavori per mettere in sicurezza gli abitati di San Marco, Borgo Farosi, San Pancrazio e Chiesuola, con muri, difese di sponda e risezionamento. Inoltre erano raccomandati il taglio della vegetazione, lavori per abbassare le golene nel tratto ravennate e aree di laminazione a monte di Forlì. Per il torrente Marzeno venivano raccomandati interventi di risezionamento e demolizione di argini e per il Lamone si evidenziava lo studio di Brath dove erano individuate due casse di espansione in zona Molino Rosso fra Faenza e Brisighella e alle porte di Faenza e si poneva l’attenzione su un vasto numero di ponti, stradali e ferroviari, troppo bassi rispetto a possibili piene. Questi piani di intervento appaiono in qualche parte superati per difetto per via della portata degli eventi calamitosi odierni, impensabili dieci anni fa e per questo le previsioni di intervento di allora sono ora completamente riviste soprattutto per quel che concerne le casse di espansione e le aree di laminazione.

c.r.