Masterchef 13: Niccolò il medico-cuoco ravennate esce ed è quinto

Il 26enne molto amato dal pubblico è uscito alla penultima puntata. Ama ripetere: "Tutto è nato da una mia ossessione per il cibo".Califano lavora nella nuova struttura del Cau e alla Rosa dei Venti

Niccolò durante la prova in esterna al ristorante dello chef Uliassi

Niccolò durante la prova in esterna al ristorante dello chef Uliassi

Ravenna, 23 febbraio 2024 – Ha dovuto dire addio a ‘Masterchef 13’ alla penultima puntata, classificandosi al quinto posto, il 26enne ravennate Niccolò Califano, per tutti il ’medico ipocondriaco’ del noto talent show culinario attualmente in onda su Sky e sulla piattaforma Now.

Particolarmente amato dal pubblico, al punto da essere definito ‘il miglior personaggio di sempre di Masterchef’, ha salutato tutti con il suo raffinato humor: "Continuerò a cucinare, non voglio morire di fame".

Come si sa la trasmissione è stata registrata nei mesi scorsi e, attualmente, Niccolò lavora come medico nella nuova struttura del Cau a Ravenna, attiva dallo scorso 22 gennaio, oltre che alla Rosa dei Venti, il complesso multifunzionale che è stato aperto due anni fa vicino al centro commerciale Esp.

"Studiare Medicina fa diventare ipocondriaci – ricorda con ironia davanti ai tre giudici di Masterchef Antonino Cannavacciulo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli –. Io vorrei specializzarmi in Psichiatria perché sento di avercele tutte le malattie psichiatriche…".

Per il momento, dunque, sembra aver deciso di portare avanti a tempo pieno l’attività di medico, ma senza precludersi strade più creative, in primis la cucina, ma anche il teatro, un’altra sua passione.

Nato e cresciuto in Germania fino all’età di 5 anni, si è trasferito a Marina di Ravenna con la madre e i suoi due fratelli dopo la separazione dei genitori. Da tempo sognava di partecipare a ‘Masterchef’. Almeno da quando è scoppiato l’amore per la cucina, durante il periodo universitario, grazie al suo coinquilino Stefano che – avendo studiato alla scuola di Gualtiero Marchesi a Parma – gli ha in pratica insegnato alcune tecniche fondamentali dell’arte culinaria. "Quelli dell’università, sono stati sei anni infernali – rivela Niccolò – in cui mi sono sentito stretto, con il bisogno impellente di uscire dagli schemi e liberare la mia vena creativa". Chi ha il piacere di frequentarlo, sa che Niccolò ha le idee chiare su ciò che rappresenta per lui la cucina.

«Tutto è nato – ama ripetere – da una mia ossessione per il cibo e dal piacere dei sensi che, a mio avviso, arriva principalmente attraverso il gusto e l’olfatto. Solo dopo arriva la vista, e l’apprezzamento per l’estetica".

Niccolò sa di avere un buon palato che si è perfezionato nel corso degli anni, assaggiando davvero di tutto senza preclusioni. E da quando ha iniziato a ‘spadellare’ adora vedere le reazioni ai suoi piatti di amici e persone care, perché nulla come la cucina produce un feedback immediato. Quando uno mangia qualcosa che piace, si capisce subito se è piacevole, basa guardare l’espressione del viso. Per lui, quindi, "meglio le ricette da cucinare che da prescrivere".

Nella penultima puntata a tradirlo sono state le piante grasse da utilizzare per una preparazione che non ha convinto appieno i tre giudici. "Sono dovuto uscire per un cactus" ha detto scherzando il giovane ravennate.

Insieme alla cucina, anche il teatro è prezioso per Niccolò che ha conosciuto Marco Martinelli e il Teatro delle Albe sui banchi del liceo artistico, grazie al progetto della non scuola. Matteo Cavezzali è stato il suo tutor e ha avuto l’opportunità di andare in scena con ‘Pinocchio’.

Poi è stato anche un allievo dell’Accademia di Ivano Marescotti e non esclude, nel prossimo futuro, di giocarsi questa carta. "Il teatro è un’espressione artistica che mi consente di esprimermi al 100%".