Anaclerio: "Tifo Sinisa, ma il suo ciclo è finito"

Bologna, l’ex rossoblù: "Dopo quattro stagioni un cambiamento è fisiologico. . E se Sartori sarà il diesse deve poter decidere a chi affidarsi"

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"La scelta dell’allenatore spetta al direttore sportivo: se Sartori deciderà di andare avanti con Mihajlovic perché ha fiducia in lui bene, l’importante è che il tecnico non resti solo perché ha un altro anno di contratto. Io tifo perché Sinisa vinca di nuovo la sua battaglia contro la malattia, ma credo che il suo ciclo sia finito". Se c’è una cosa che ‘Pepè’ Anaclerio non ama sono le facili sentenze ("da calciatore non mi piacevano gli ex che pontificavano", dice). Ma se c’è una realtà che l’ex centrocampista rossoblù conosce come le sue tasche, nella sua doppia veste di tifoso e commentatore fisso del salotto calcistico di E’ tv, quello è il mondo Bologna.

Anaclerio, siamo alle ultime curve e poi sbarcherà Sartori.

"Si libera uno dei migliori diesse del calcio italiano e se il Bologna lo prende fa un bel colpo: però non basterebbe".

Sarebbe a dire?

"Per quanto bravo Sartori non può far funzionare tutto e subito con la bacchetta magica: anche Sabatini è un grande uomo mercato e qui abbiamo visto com’è andata a finire. Cosa intendo dire? Che Sartori dovrà essere messo nelle condizioni di agire senza dover rispettare troppi paletti, ma soprattutto dovrà operare in sintonia con l’allenatore: cosa che a Casteldebole da un po’ di tempo non accade".

Mihajlovic e Bigon in effetti non sembravano più parlare la stessa lingua.

"Qui c’è un club che da anni punta sulla valorizzazione dei giovani, mentre mi sembra che Sinisa preferisca i calciatori fatti e finiti. Con due visioni distinte poi si finisce per fare i campionati fotocopia che da anni fa il Bologna".

Sartori arriverà e troverà un allenatore che ha un contratto fino al 2023.

"Se Mihajlovic restasse solo per questo motivo sarebbe un errore".

Se dovesse decidere lei?

"Se guardo al Mihajlovic che ha allenato da una stanza d’ospedale dico che ha fatto qualcosa di encomiabile: la partita più importante da vincere per lui resta quella contro la malattia".

Il Mihajlovic allenatore invece?

"Dopo quattro anni penso che sia quasi fisiologico ritenere il suo ciclo finito, specie adesso che sta per arrivare un nuovo direttore sportivo. E non dico questo perché Bigon e Mihajlovic abbiano fatto male: semplicemente è arrivato il momento di cambiare".

De Zerbi sulla panchina del Bologna è una strada percorribile?

"Per me sì. Bologna resta una piazza ambita e se a De Zerbi proponi un progetto di crescita vero, sul tipo di quello che da anni porta avanti il Sassuolo, dove hanno dimostrato di saper fare calcio meglio di noi, non vedo perché De Zerbi dovrebbe rifiutarlo. Ma qui entra in gioco la società".

Ovvero?

"La società deve essere la prima a mettere pressione ai calciatori e a pretendere traguardi ambiziosi".