Il campione iridato Prati ora sogna le Olimpiadi

L’atleta ravennate si gode il successo nel singolo ai Mondiali Under 19, prova stravinta con 11 secondi di vantaggio: "Non mi sono certo risparmiato"

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Marco Prati ha 18 anni. Abita a San Bartolo e pratica canottaggio da quando ne aveva 13. È tesserato per la gloriosa Canottieri Ravenna. Si allena – coi tecnici Paolo Di Nardo e Thomas Cervellati – tutti i pomeriggi, in acqua e, 3 volte alla settimana, la mattina, a secco, col vogatore, in casa. Quando deve andare a scuola (frequenta l’Iti), la sveglia suona alle 5. Per portare a casa l’oro ai Mondiali Under 19 nel ‘singolo’, con 11” di vantaggio sul rivale, bisogna avere forza fisica e forza mentale, ma anche costanza. Domenica a Varese, Prati ha vinto per distacco, batteria, quarti di finale, semifinale e finale. In bacheca, l’oro iridato, è andato a far compagnia ai titoli italiani U19 del 2021 e del 2022, al titolo italiano U23 di quest’anno, oltre al bronzo Europeo ’21, al 4° posto all’Europeo nel ‘4 di coppia’ e al 6° posto ai Mondiali junior ’21. Con questi numeri Parigi 2024 potrebbe non essere solo un sogno.

Prati, Parigi 2024 è solo la capitale della Francia con 4 numeri a fianco?

"No! Alle Olimpiadi tendo a non pensarci, perché sarà molto difficile, ma incrocio comunque le dita. Non si sa mai... Se continuerò a dare 11” di distacco, forse sarà più facile".

Conosce Bruno Rosetti?

"Sì, certo. Per me è quasi un eroe".

Le ha ‘regalato’ qualche consiglio?

"No, però abbiamo parlato ai campionati junior. E l’ho seguito in tv alle Olimpiadi di Tokyo".

Vincere il Mondiale junior è stato difficile?

"Un po’ di pressione l’ho sentita, ma molto meno rispetto allo scorso anno, ovvero alla ‘prima volta’. L’emozione? Quella c’è sempre".

E il peso del favore dei pronostici?

"Sono abbastanza freddo, non mi faccio condizionare tanto facilmente".

Sapeva in anticipo quali sarebbero stati gli avversari più insidiosi?

"A parte il rappresentante della Gran Bretagna, che era reduce dalla vittoria all’Europeo, non conoscevo nessuno".

Cosa significa vincere 4 gare su 4, ‘gestendo’ le forze?

"Ho risparmiato le energie, in batteria, negli ultimi mille metri, in semifinale, negli ultimi 500 metri. E infatti, ho chiuso con un paio di secondi di margine".

In finale invece...

"Lì non mi sono risparmiato, ho dato tutto quello che avevo e ho vinto con 11”".

Prossimo impegno?

"La stagione è in pratica finita. Stiamo valutando se partecipare alle selezioni per gli Europei Under 23".

E il prossimo obiettivo fuori dall’acqua?

"La patente, sto studiando proprio adesso per la teoria".

È stanco?

"Il giusto".

Fra allenamenti, gare e studio non le resta molto tempo per gli svaghi e per l’extra...

"Effettivamente ho le giornate piene, ma non mi pesa più di tanto. Del resto, per raggiungere certi risultati, bisogna impegnarsi. E l’extra non l’ho mai ritenuto necessario".

Come ha incontrato il canottaggio?

"Giocavo a calcio nel Low Ponte, ma mi ero stancato. Chiesi allora consiglio a Squarzoni, il mio ’prof’ di educazione fisica alla Ricci Muratori. Mi suggerì di dedicarmi al rugby o al canotaggio. Scelsi l’acqua, perché l’esperienza con gli sport di squadra l’avevo già fatta".

Roberto Romin