ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Caso Bibbiano, una dei teste chiave. Ieri in aula molti "non ricordo"

Nel 2019 aveva usato parole pesanti verso l’assistente sociale. Francesco Monopoli.

Il giudice Sarah Iusto

Il giudice Sarah Iusto

Sentita dai carabinieri nel 2019, durante la fase delle indagini preliminari, usò parole pesanti verso l’assistente sociale Francesco Monopoli, uno dei 17 imputati del processo sui presunti affidi illeciti di bambini in Val d’Enza. Ma ieri, ascoltata durante il processo, la sua deposizione, come teste del pubblico ministero Valentina Salvi, ha costellato la sua deposizione di molti "Non ricordo" relativi ai fatti contestati, risalenti all’aprile 2018 - riguardanti un bambino che aveva fatto atti sessualizzati con compagni di classe - e poi ha ridimensionato la portata del suo racconto su Monopoli, accusato in questo caso di falso, assistito dall’avvocato Nicola Canestrini. Lei, in passato educatrice (e ora assistente sociale), ascoltata a sommarie informazioni testimoniali nell’ottobre 2019, riferì che era rimasta "da subito sconvolta dalla metodica di Monopoli, al punto che chiesi alla mia responsabile di non lavorare più sul caso di quel bambino". Monopoli, aggiunse, "tendeva a inquadrare ogni comportamento di quel minore come conseguenza di abusi commessi dal padre o dalla madre". Rispetto alla lettura di questo passaggio, la teste ha detto che oggi non ricorda, affidandosi al passato: "Se l’ho dichiarato, lo confermo". Nel complesso, troppo poco agli occhi del pm Salvi, che le ha detto come quelle dichiarazioni rese agli investigatori cinque anni fa durarono quasi tre ore ("Dalle 14.45 alle 17.30"), inducendo poi anche il presidente della Corte dei giudici Sarah Iusto - a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini - a ricordarle che stava testimoniando. Incalzata più volte dal pm, ha descritto i problemi che lei avvertiva con Monopoli come "difficoltà di carattere organizzativo e pratico, cambio continuo dell’agenda, il suo atteggiamento. Nelle poche occasioni faticavo a confrontarmi con lui o mi faceva notare aspetti di cui io non mi ero accorta". Cita due presunti episodi, uno in cui l’imputato avrebbe parlato di "una dissociazione presente nel bambino", fatto invece da lei non colto, aggiungendo però che l’assistente sociale "aveva una formazione diversa dalla mia". E anche che Monopoli le riferì una volta "che il minore guardò il seno della madre affidataria", cosa che emerge anche da una mail dell’affidataria stessa. La teste invece, ha detto che all’epoca non aveva captato questo presunto fatto. Il pm le ha chiesto se ricordasse gli argomenti dei colloqui tra Monopoli e il minore, lei ha citato "sport, scuola, gli incontri con la mamma", mentre ha detto "non ricordo se affrontammo la questione degli abusi sessuali nella visita domiciliare".