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Cassa integrazione non pagata da un anno: “Non riesco ad andare in pensione per tre mesi”

La storia paradossale di Mauro Malagoli, ex dipendente del caseificio Boiardo. “Ho bisogno di soldi per mantenere una sorella disabile”. La Cisl: “Inps e Ministero lo aiutino”

Mauro Malagoli, 61 anni

Mauro Malagoli, 61 anni

Reggio Emilia, 5 dicembre 2024 – “Da quasi un anno non riesco ad avere il pagamento degli ultimi tre mesi di cassa integrazione per andare in pensione”. Il grido d’aiuto è di Mauro Malagoli, 61enne reggiano, che racconta la sua storia paradossale. Un calvario quello denunciato dall’ex dipendente del caseificio Boiardo, in località San Maurizio, che ha cessato l’attività nel marzo scorso.

“Non so più cosa fare, ma ho imparato che non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto. Parliamo di 3.000 euro e quei soldi mi servono come l’aria per raggiungere la pensione, che è ad un passo. E mi servono per non sprofondare: mantengo una sorella disoccupata con una disabilità al 60%, se la vita aveva un modo per bastonarmi devo dire che ci è riuscita alla grande”, spiega Mauro.

Da quando l’azienda ha chiuso, è andato in cassa integrazione speciale, pagata 950 euro al mese. Ma ha ricevuto “i primi assegni Inps dopo quattro mesi e mi è capitato di tutto. Quel denaro mi serviva per pagare il funerale di mia madre, per mantenere mia sorella che aveva rinunciato al lavoro per seguire la mamma, dato che non potevamo permetterci una badante. E quel lavoro, a quasi 60 anni, mia sorella non l’ha più ritrovato. Non sono ancora riuscito a completare le procedure per eseguire il testamento perché il notaio va pagato subito; ho scoperto perfino che il vecchio casolare di mia madre aveva dei problemi amministrativi e ho speso tutto quel che restava per pagare un geometra. Ogni giorno vivo appeso ad un filo, questa è la mia vita”.

Ad affiancarlo in questa battaglia è la Fai Cisl. Il sindacalista Roberto Pinotti chiosa: “Sul finire del 2023, l’azienda ha deciso di chiedere gli ultimi tre mesi di cassa cui aveva diritto (12 in tutto, ndr), coprendo il primo trimestre del 2024. Trimestre mai versato a Mauro e vorremmo capire come mai quello che per nove mesi è stato un diritto ora è diventato un pantano”.

“Inps Reggio – puntualizza Daniele Donnarumma, leader della Fai Cisl Emilia Centrale – ci ha dato tutto il suo supporto, sappiamo che la pratica non è stata bocciata ma è ferma in un limbo. Ora chiediamo alla sede centrale di Inps Roma e al Ministero del Lavoro di aiutare Mauro: ha aspettato quasi un anno, se ora arrivasse rapidamente l’ok potrebbe andare in pensione a febbraio del 2025 e salvarsi, letteralmente. Sindacato e azienda sono a disposizione”.