
La commemorazione della fucilazione del parroco e di otto antifascisti ha visto una piccola messinscena. Gli studenti hanno ricreato situazioni di vita quotidiana e impersonato un giovane Pasquino in abito talare.
Al poligono di tiro, ieri è stato commemorato l’eccidio di don Pasquino Borghi e di altri otto partigiani - Ferruccio Battini, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini ed Enrico Zambonini – avvenuto il 30 gennaio 1944 per mano dei fascisti. In queste giornate dense di ricorrenze di grande valenza storica, le scuole, gli studenti e i giovani della nostra città e provincia sono stati i protagonisti di tanti momenti di studio e di approfondimento per rendere concreto quel "mai più".
Tante infatti le testimonianze degli studenti della classe IV G del Liceo Matilde di Canossa, che hanno ricreato scene di vita quotidiana e impersonato un giovane don Pasquino Borghi. Hanno poi partecipato alla giornata anche gli studenti delle classi dell’Istituto comprensivo Don Pasquino Borghi di Rivalta.
"Ricordare questi nove patrioti uccisi – ha detto il sindaco Marco Massari - ci fa ripetere quel ’mai più’: mai più qualcuno debba pagare per le proprie scelte a favore della libertà e dell’uomo, mai più la vendetta si abbatta sull’uomo che sceglie di seguire la propria coscienza e non la via, più facile, del silenzio e dell’indifferenza. All’alba di quella domenica di 81 anni fa venivano trasferite in questo luogo nove persone. Qui sarebbero state uccise, contro ogni legge, contro ogni umanità. Erano persone diverse: un sacerdote, un anarchico, militanti di fede socialista e comunista. Poche settimane dopo quel 30 gennaio già un distaccamento partigiano portava il nome di don Pasquino (era il distaccamento in cui ha militato mio padre) a raccoglierne simbolicamente l’eredità, mentre le chiese e le canoniche della montagna, sull’esempio del parroco di Tapignola, diventavano luoghi di accoglienza per le formazioni partigiane, quelle stesse formazioni che sarebbero entrate, per prime, a Reggio il pomeriggio del 24 aprile dell’anno dopo, a riportare la libertà alla comunità reggiana. Il tributo alla Resistenza di diversi sacerdoti e parroci e di tanti cattolici fu una peculiarità della nostra terra".
La commemorazione ha previsto anche la Messa di suffragio celebrata nella Basilica della Ghiara e la deposizione di una corona d’alloro presso la lapide commemorativa di vicolo dei Servi dove sorgeva il carcere in cui vennero rinchiusi gli antifascisti prima dell’esecuzione.