REDAZIONE REGGIO EMILIA

Dal sogno alla realtà: "Studio sistemi spaziali per nuove tecnologie"

Alessandro Mastropietro, reggiano di 26 anni, è un ricercatore in Lituania "La passione per la scienza nasce alle scuole medie dal prof Isgrò. Sono tornato nella mia scuola a parlare ai ragazzi di questo mondo" . .

Alessandro Mastropietro, reggiano di 26 anni, è un ricercatore in Lituania "La passione per la scienza nasce alle scuole medie dal prof Isgrò. Sono tornato nella mia scuola a parlare ai ragazzi di questo mondo" . .

Alessandro Mastropietro, reggiano di 26 anni, è un ricercatore in Lituania "La passione per la scienza nasce alle scuole medie dal prof Isgrò. Sono tornato nella mia scuola a parlare ai ragazzi di questo mondo" . .

di Cesare Corbelli

Chi da piccolo non ha mai fatto sogni sullo Spazio? Ebbene, Alessandro Mastropietro, questo sogno lo ha fatto diventare realtà. Il ricercatore reggiano, classe 1998, da due anni è in giro per l’Europa per contribuire allo sviluppo di sistemi spaziali. Con una laurea magistrale in Space Engineering conseguita a Milano e sei mesi a Madrid per scrivere la tesi sulle manovre orbitali per satelliti, Mastropietro ha iniziato successivamente il dottorato a Monaco in Germania, trasferendosi prima a Tolosa, in Francia, poi a Vilnius, in Lituania presso due tra le maggiori aziende europee del settore per svolgere le sue ricerche innovative.

"La passione per la scienza – dice il dottorando – nasce alle scuole medie: ho frequentato la Da Vinci a Reggio, dove, il prof di matematica e scienze, Giuseppe Isgrò, mi ha dato gli strumenti per appassionarmi a questo mondo. Seguo ancora oggi i consigli che mi diede allora e gliene sono estremamente grato, anzi sono recentemente rientrato in contatto con lui. Ho fatto un paio di interventi per i ragazzi di terza media lo scorso aprile per mostrargli il mondo e la bellezza dell’ingegneria spaziale".

Come si è concretizzata questa passione all’università?

"Durante la triennale in ingegneria meccanica avevo l’idea di diventare un progettista. Alla fine, mentre preparavo l’ultima sessione, scopro lo Spazio: è iniziato per caso da una serie tv, Space Force. Da quel momento ho cominciato a spendere ore tra vecchie enciclopedie e internet a studiare il settore spaziale. Sono così emersi aspetti o missioni che mi hanno appassionato particolarmente come la stazione spaziale internazionale, le Missioni Apollo, con i primi uomini sulla Luna, e la missione Cassini, per l’esplorazione del sistema Saturniano, negli anni mi sono emozionato nel conoscere e parlare con le persone che hanno lavorato a quell’incredibile missione. Uno dei motivi principali che mi ha spinto a scegliere Space Engineering per la magistrale è proprio la consapevolezza di quanto di buono possa derivare dal settore spaziale: dalle nuove scoperte sull’universo ai servizi utili per la vita sulla Terra, fino all’intensa collaborazione internazionale che esso promuove". Nello specifico di cosa si occupi?

"Adesso sono uno studente PhD nel progetto di dottorato industriale Harmony, facente parte del programma dell’Unione Europea Msca (accordo di sovvenzione n. 101072798, ndr). Siamo un gruppo di nove dottorandi, in vari istituti europei, con argomenti di ricerca che spaziano dai sistemi spaziali, alla progettazione di antenne ed elaborazione di segnale. L’idea è di fare ricerca su argomenti che possano supportare lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni per servizi nel contesto della New Space Economy, come navigazione e localizzazione, telecomunicazioni in contesto 6G e osservazione della Terra. Il titolo del mio dottorato per il momento è ’Model-based systems engineering and concurrent engineering for small satellites’: di base faccio ricerca su metodologie di progettazione e gestione per lo sviluppo di futuri sistemi spaziali, e la loro digitalizzazione, con focus su piattaforme standardizzate, da utilizzare per sistemi distribuiti, come costellazioni".

Avrà sicuramente un sacco di aneddoti da raccontare...

"Ricorderò per sempre il corso universitario tenuto dall’astronauta Paolo Nespoli. Era emozionante ascoltare le sue storie tra Soyuz, Space Shuttle e Stazione Spaziale Internazionale, che lui stesso ha contribuito a costruire in orbita. Rimango sempre senza parole quando mi affaccio alle camere bianche dove vengono assemblati i satelliti. Poter partecipare a conferenze e competizioni internazionali dove ci si confronta con i maggiori esperti del settore da tutto il mondo rimane per me un’incredibile fonte di motivazione per continuare a lavorare con passione in questo settore".