
Appuntamento alle 11 in piazza Prampolini con tanti ospiti
Sabato alle 11 in piazza Prampolini sarà presentato il libro ’Le Rosse, madri del Re’ di Gabriele Arlotti, su questi preziosi bovini, un tempo diffusi in tutto il Nord Italia, che si conservano a Reggio Emilia, ma anche in altre 3 regioni italiane. Il volume, prodotto dall’Associazione nazionale allevatori di razza reggiana (Anaborare) nell’ambito del progetto Dual Breeding (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste), viene presentato in occasione di Cibo e gente dell’Emilia Edizione 2024. Porterà il saluto il presidente di Anaborare Ugo Franceschini, mentre Gabriele Arlotti (nella foto), giornalista con laurea in Scienze delle produzioni animali e autore del libro “Le Rosse, madri del Re” dialogherà con Benedetta Salsi, caposervizio del Resto del Carlino di Reggio, con Luisa Pellegrino, professore ordinario e docente di Industrie agrarie e di chimica e tecnologia del latte, Università di Milano e Giovanna Contarini, già dirigente di ricerca all’Istituto sperimentale lattiero-caseario di Lodi (Crea-za, Centro di ricerca zootecnia e acquacoltura). Porterà un saluto Paolo De Castro, professore ordinario di economia e politica agraria all’Università degli Studi di Bologna ed ex Membro del Parlamento europeo, mentre chiuderà la mattinata un intervento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano. La mattinata si concluderà con l’apertura di una forma di Parmigiano Reggiano Vacche Rosse 24 mesi e Spergola Extra Dry in collaborazione con “Consorzio Vacche Rosse” e “Casali Viticultori dal 1900 - Emilia Wine”. Il volume “Le Rosse del Re” è edito da Mup Editore, ne è attesa una traduzione in lingua inglese e contiene illustrazioni originali di Mauro Moretti, con foto di Silvano Sala e Ines Conradi e prefazioni di Paolo De Castro e del professor Giuseppe Losi. Racconta di come le Vacche Rosse fossero già presenti ai tempi di Matilde di Canossa. All’epoca l’irrigazione e la disponibilità fondiaria da un lato e la cultura benedettina e la disponibilità di sale, dall’altro, furono le condizioni per produrre forme di più grande dimensione. Una bovina molto preziosa, la Reggiana, dal suo inconfondibile mantello rosso fromentino, oltre a produrre latte, veniva impiegata per i lavori nei campi e, a fine carriera, per la carne. "Negli anni Novanta, con la felice intuizione della famiglia Catellani di Cavriago e alcuni allevatori storici, si tornò a produrre in purezza il Parmigiano Reggiano solo col suo latte – spiega Arlotti –. Un successo commerciale unico, quello di questo formaggio: in soli 30 anni i capi allevati sono passati da meno di 1000 a 4.700 in costante crescita".