
L’avvocato Rita Gilioli
"La condanna per Riccardo Guida e Silvia Pedrazzini per noi rappresenta una conferma rispetto a quanto sosteniamo fin dall’inizio: la mia assistita è innocente, anche lei è stata maltrattata, è stata usata. La verità emergerà". Con queste parole l’avvocata Rita Gilioli, legale di Marta Ghilardini, commenta il verdetto della Corte d’Appello di Bologna che ha condannato a 12 anni di carcere ciascuno dei due imputati per la morte di Giuseppe Pedrazzini, l’agricoltore di 77 anni trovato senza vita l’11 maggio del 2022 nel pozzo della sua casa, nella frazione di Cerré Marabino.
Marta Ghilardini, 65 anni, moglie di Pedrazzini, è l’unica ad aver scelto il rito ordinario. Deve rispondere in concorso con la figlia Silvia Pedrazzini e il genero Riccardo Guida di diverse accuse. A partire dai maltrattamenti aggravati dall’aver causato la morte dell’anziano e inflitti davanti al nipote minorenne, in un arco temporale compreso tra il 18 dicembre ’21 e il 5 marzo ’22, giorno del decesso di Pedrazzini, avvenuto in casa. Poi il sequestro di persona, per averlo costretto a stare in casa e avergli impedito di comunicare con altri. Ma anche l’omissione di soccorso e la soppressione di cadavere, visto che l’anziano fu ritrovato nel pozzo dai carabinieri dopo che i parenti diedero l’allarme, non riuscendo più a parlare con lui. Tutti reati per i quali la figlia Silvia e Guida sono stati condannati lunedì. La sentenza della Corte d’Appello ha confermato quasi totalmente la pena emessa in primo grado.