Le donne candidate? Solo il 18,4%. È lontano il matriarcato delle ’zarine’

Nella Bassa la concentrazione più alta. In zona Ceramiche neanche una

Le donne candidate? Solo il 18,4%. È lontano il matriarcato delle ’zarine’

Le donne candidate? Solo il 18,4%. È lontano il matriarcato delle ’zarine’

Vanno al voto 31 Comuni reggiani, i candidati a sindaco sono 76 di cui solo 14 le donne, pari al 18,421%. Sono per lo più concentrate nella Bassa e Bassa est.

C’è stato un periodo in cui la Reggio illuminata concretizzava le proprie intenzioni con programmi incarnati da persone. E in cui - prima che la parità di genere fosse un dogma formalizzato dalle leggi sulle "quote rosa" - la nostra realtà provinciale esprimeva amministratrici eccezionali. L’epoca in cui su tutto governava la trinità femminile composta dall’enfant prodige della sinistra Elena Montecchi (deputata e sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, quando il premier era il reggiano Prodi); Antonella Spaggiari (sindaco del capoluogo, che trascorreva i giorni festivi a fare il giro dei centri sociali del territorio); e la montanara Sonia Masini (presidente della Provincia, quando prima della riforma Delrio ancora questi Enti avevano un enorme potere nel coordinamento amministrativo e programmatorio del territorio).

Sono passati vent’anni dall’era delle "Zarine" e cosa i partiti politici - tutti - hanno prodotto? Per lo più delle donne notevoli annunciate vicesindaco, che i più cinici hanno ipotizzato essere scelte in ossequio al dogma della parità. Il matriarcato è superato.

Le sindache attualmente in carica - per poche ore - sono solo 5 su 42 Comuni (11,9%): Poviglio; Novellara; Luzzara; Guastalla e Cavriago. Le aspiranti sindachesse sono solo due in città su 7 candidati (Soragni e Reggio). In Val d’Enza contiamo solo 2 candidate: entrambe a Cavriago. In zona ceramiche? Nemmeno una. Tra la collina e la montagna, solo due: una ad Albinea e una a Vezzano.

Nella Bassa va meglio: una a Guastalla, Boretto, Cadelbosco, Fabbrico; Poviglio e Reggiolo; due a Gualtieri. Se non ci fossero le quote ad imporre una giusta rappresentazione della società, cosa ci avrebbero restituito i partiti nelle liste? Fiocche azzurri ovunque? Se le donne sono oltre il 50% della popolazione italiana e come tali percentualmente dovrebbero essere rappresentate, c’è un elefante in salotto.

Francesca Chilloni