REDAZIONE REGGIO EMILIA

Maxi rissa in centro storico. Il 31enne resta in carcere

Il tribunale di sorveglianza conferma la sospensione dei benefici di legge ad uno dei protagonisti della violenta discussione di metà agosto scorso .

L’episodio venne registrato da alcuni filmati amatoriali e divenne virale

L’episodio venne registrato da alcuni filmati amatoriali e divenne virale

Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha confermato la sospensione dei benefici di legge concessi a un uomo di 31 anni, residente a Cadelbosco Sopra, che a luglio si era visto concedere l’affidamento al servizio sociale e i domiciliari nelle ore notturne in alternativa alla detenzione in cella per espiare una condanna a oltre cinque anni di reclusione per reati di droga e contro la persona. Il suo coinvolgimento nella furiosa rissa avvenuta a metà agosto in pieno centro storico a Boretto – con due feriti e un inseguimento in auto che era proseguito anche all’interno del campetto dell’oratorio parrocchiale del paese – aveva convinto il magistrato di sorveglianza a sospendere i benefici, anche per l’allontanamento dell’uomo per alcuni giorni dall’abitazione, dove di notte doveva obbligatoriamente soggiornare.

Difeso dall’avvocato Costantino Diana, il 31enne ha spiegato di essersi allontanato per il timore di possibili "rappresaglie" da parte di uno dei giovani coinvolti nella rissa, inseguito in auto e poi ferito in quei concitati momenti, davanti allo sguardo attonito e preoccupato di decine di persone. Solo alcuni giorni dopo il 31enne si era presentato in caserma e dichiarato in arresto proprio in virtù del provvedimento giudiziario. Come prevedibile, il Tribunale di sorveglianza di Bologna ha confermato la sospensione già formalizzata a inizio settembre, revocando così i benefici di legge. Dunque, per ora l’uomo resta in carcere per espiare la pena detentiva, in attesa del processo per i fatti avvenuti a metà agosto a Boretto. Episodio che aveva fatto molto discutere in paese e non solo per il rischio che quella rissa potesse trasformarsi in una grave tragedia. Per futili motivi era nato un diverbio, ben presto sfociato in violenza fisica con un gruppo di persone ad affrontare un giovane di origine straniera, già in passato coinvolto in situazioni violente. Ne era scaturito un inseguimento in auto dello stesso giovane che, a piedi, aveva cercato rifugio nel cortile dell’oratorio parrocchiale. Ma il conducente dell’auto non si era fermato e, dopo aver sfondato e danneggiato il cancello d’ingresso, aveva continuato la "caccia" al pedone anche nel campetto interno oratoriale.

Antonio Lecci