
Protesta dei lavoratori Meta System contro la crisi aziendale. A rischio 700 posti, debiti crescenti e richiesta di concordato preventivo.
Una folla davanti ai portoni della Meta System. Lavoratrici e lavoratori, tute blu e colletti bianchi, insieme sotto una battente pioggia per protestare e scioperare almeno fino al prossimo 16 dicembre. A rischio quasi 700 posti di lavoro (450 dipendenti a Reggio e 200 impiegati a Mornago, nel Varesotto), in prevalenza occupati da donne.
"Abbiamo chiesto una convocazione urgente da parte del Mimit (Ministero del Made in Italy, ex Mise) – ha dichiarato Simone Vecchi, segretario generale Fiom Cgil Reggio Emilia – perché le lavoratrici e i lavoratori della Meta System abbiano diritto ad una trattativa trasparente, con i soggetti industriali che vogliono investire nelle loro competenze e nel loro lavoro. Chi ha gestito finora l’azienda non ha risorse, non ha un piano industriale e ha trascinato l’azienda sul baratro: oggi deve almeno permettere il confronto coi nuovi potenziali investitori, serve un negoziato per salvare la Meta System, garantire la continuità aziendale e il pagamento degli stipendi di tutti, sia dipendenti diretti che chi lavora in appalto. Occorre evitare lo spezzatino, mantenere l’integrità aziendale, garantire l’occupazione, ricapitalizzare e investire velocemente, mettere basi al futuro. Occorre fare presto. Oggi incontreremo l’azienda 12.30 e pretenderemo queste risposte. Ringraziamo le istituzioni, a partire dal sindaco di Reggio Emilia Massari, dall’assessore regionale Colla, e dai parlamentari del nostro territorio (Malavasi del Pd e Ascari del M5S) che in Parlamento hanno chiesto al governo di accelerare l’inizio del confronto".
L’azienda, che produce batterie per motori elettrici, ha comunicato un debito pari a 72 milioni di euro accumulato a luglio scorso, in crescita fino a probabili 90 milioni di euro ai creditori italiani. Inoltre un ulteriore debito di 114 milioni di euro nei confronti dell’azienda socia Deren e 70 milioni di dollari di debito con altri fornitori cinesi.
"Finora ai dipendenti non è stata data nessuna spiegazione – ha detto Giancarlo Pelati di Uilm Uil. – In azienda si sta facendo magazzino accelerando le commesse, facendo pensare al fatto che l’azienda dopo le festività natalizie non riapra più".
Si teme inoltre che nella sede reggiana l’azienda pensi di mantenere esclusivamente i comparti che riguardano ricerca e sviluppo, eliminando la parte produttiva che verrebbe decentrata tutta in fabbriche slovacche, già in possesso della proprietà di Meta System.
"Non riusciamo a capire questi sovraccarichi di lavoro a cui siamo sottoposti e in quale direzione l’azienda intenda andare – ha aggiunto Matteo Valentini, ingegnere nell’ambito di ricerca e sviluppo di Meta System –. Oltretutto è da un anno che siamo senza una vera direzione tecnica".
Era stata inoltre comunicata ai dipendenti un’importante commessa da parte della Volvo, che avrebbe risollevato le sorti dell’azienda ma di cui non c’è traccia nella relazione ora stilata per definire la grave situazione.
Stando a quanto trapela, inoltre, pare che questa mattina l’azienda, già tecnicamente fallita, depositi in tribunale la richiesta di concordato preventivo, per contenere i danni.