ALESSANDRA CODELUPP
Cronaca

Morì in moto, l’altro guidava drogato

Spunta un particolare inedito dalle indagini sul tragico incidente che costò la vita a Daniele Scalabrini, 27 anni

Morì in moto, l’altro guidava drogato

La vittima, Daniele Scalabrini

Spunta un particolare inedito dalle indagini compiute dai carabinieri sulla morte di Daniele Scalabrini, il 27enne di Cavriago venuto a mancare a seguito di un incidente stradale avvenuto nel pomeriggio del 25 giugno 2021.

Colui che si schiantò contro di lui, un 35enne residente a Reggio alla guida di un furgone, si trovava in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di stupefacenti, nello specifico cannabis.

È una circostanza che gli viene contestata nel procedimento che lo vede imputato per omicidio stradale, con l’aggravante contestata di aver circolato contromano, ora approdato davanti al giudicie Silvia Guareschi. Secondo la ricostruzione accusatoria, il 35enne, alla guida di un furgone Citroen Berlingo, mentre percorreva la strada provinciale 28 a Cavriago - nel tratto denominato via Sauro, all’altezza dell’incrocio con via Roncaglio, in direzione Reggio - imboccò la svolta a sinistra, con manovra anticipata rispetto al centro dell’intersezione con la strada secondaria, "di fatto contromano".

Non avrebbe tenuto conto della segnaletica orizzontale, occupando del tutto la corsia di marcia dei veicoli diretti verso la città, e avrebbe omesso di dare la precedenza alla moto Suzuki Gsx-Rk5 condotta da Scalabrini, "che viaggiava in posizione corretta nella carreggiata": si scontrò con il centauro, "che non pote evitare l’impatto".

Scalabrini, residente a Cavriago, era appassionato di motori, soprattutto moto, fin da bambino. Arrivarono le ambulanze da Cavriago e Montecchio: si provò a rianimarlo, ma per lui, purtroppo, non c’era più nulla da fare. Il conducente del furgone fu trasportato in gravi condizioni all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio. I rilievi furono curati dai carabinieri di Cavriago, supportati dai colleghi di Bibbiano. Il pubblico ministero Piera Cristina Giannusa aveva chiesto nel febbraio 2023 il rinvio a giudizio per il 35enne.

Davanti al giudice Guareschi, ieri è stata depositata la bozza di una relazione cinematica in corso di stesura nel processo civile: vi è stato in aula un confronto tra le parti che ha visto l’opposizione del pubblico ministero Denise Panoutsopoulos. L’imputato è difeso dall’avvocato Enrico Della Capanna, mentre in rappresentanza dei familiari c’era l’avvocato Claudio Vincetti, insieme alla sorella del giovane scomparso, Vanessa Scalabrini. Rinvio a novembre per la discussione.