
Il già presidente di Coop Italia ricoprirà il ruolo chiave nell’Amministrazione: il vecchio mondo dell’ex Fgci torna a contare. Il partito Dem perde potere, scricchiola il rapporto col primo cittadino. Pesa anche l’esclusione di Cantergiani dalla giunta.
di Daniele Petrone
Il nuovo capo di gabinetto del Comune di Reggio è Marco Pedroni. Il 65enne ex presidente di Coop Italia (dal 2013 a pochi mesi fa) – fresco di pensione – è "l’uomo forte" scelto dal sindaco Marco Massari per l’incarico chiave nell’Amministrazione ricoperto nell’era Vecchi da Lorena Grazioli. Percepirà uno stipendio lordo annuo di 67mila euro. Una nomina fiduciaria che però non piace a tutto il Pd. Il partito in questo modo conterà meno nelle decisioni cruciali e ci sono parecchi mal di pancia stando ai retroscena raccontanti dai ben informati. Pedroni è uno storico cooperatore ed è legato a Massari dal loro passato in Fgci, la federazione giovani comunisti. Così come un altro ‘big’, ossia Mauro Bonaretti – ex dg del Comune nell’era Delrio e ora consigliere alla Corte dei Conti – che con Pedroni è stato artefice del successo elettorale di Massari e deus ex machina del programma. La nuova direttrice generale del Comune Francesca Mattioli, tra l’altro, è proprio espressione di Bonaretti.
Il rapporto fra Massari e i vertici del Partito Democratico si sarebbe incrinato dopo che il primo cittadino ha declinato l’invito a nominare come assessore Roberta Mori, in uscita dal consiglio regionale, ma soprattutto Gianluca Cantergiani, segretario cittadino e capogruppo dem in Sala Tricolore; non si è mai visto che chi esce dal ruolo non abbia trovato spazio nella governance o nelle partecipate.
Massari ha infatti preferito per la sua giunta profili come Marco Mietto (alla cultura) e soprattutto Carlo Pasini all’urbanistica che proviene dall’esperienza come amministratore delegato di Studio Alfa, lo stesso da cui arrivava l’ex vicesindaco Alex Pratissoli, in una sorta di avvicendamento nel solco della continuità. Tutto ciò porta ad una sorta di ‘cerchio magico’ col mondo cooperativo rosso che torna alla ribalta al centro del potere, mentre il Pd perde peso. Chi pensava, alla vigilia del voto, che Massari sarebbe stato ’manovrato‘ dal partito dovrà ricredersi. Del resto lui stesso aveva rivendicato autonomia nel giorno di presentazione della sua candidatura. E la sta ottenendo. Ma ora ci sarà un ’prezzo‘ da pagare?