"È stato un atto criminale. Si è messa a repentaglio la vita degli equipaggi. Gli inquirenti stanno indagando, ma sarà dura, dato che in quell’area non ci sono telecamere. Speriamo in qualche testimonianza". Traspare la rabbia, oltre all’amarezza, dalle parole di Alessandro Bugelli,in passato co-pilota e ora capo ufficio stampa di diverse manifestazioni tra cui il Rally Appennino Reggiano. Domenica, alla partenza della corsa della 43esima edizione dell’iniziativa, hanno forato in venti su 74 partecipanti. I commissari sportivi hanno deciso di annullare il primo giro e poi la gara è ripartita, con un ritardo di 46 minuti. Un fatto "di una gravità unica, che ha messo a repentaglio la vita dei piloti. Con la foratura, e mancando quindi all’improvviso di aderenza, si va sbattere. Oltre a ciò, magari la gomma si squarcia e va a danneggire cerchione, che può colpire una persona del pubblico. Per fortuna non ci sono state conseguenze gravi".
Perché sabotare la gara? "Le motivazioni posso essere molte – sottolinea Bugelli –. Qualcuno che è contro il rally? Non credo, è una manifestazione molto sentito, ed è nel cuore dei reggiani. Forse una faida o dualismo tra piloti? O semplicemente delle persone o dei ragazzini annoiati?" Difficile fare ipotesi, ma ciò che emerge chiaramente è che il sabotaggio è stato messo in atto da qualcuno che doveva conoscere molto bene il percorso: i chiodi sono stati gettati nei punti di passaggio obbligato, lungo la traiettorie, dove forare sarebbe stato inevitabile. Nel 2021, al Rally, persero la vita due spettatori, Davide Rabotti, 20 anni, e Cristian Poggioli, di 35: furono travolti e uccisi da un’auto piombata sul pubblico. Aè di pochi giorni fa la richiesta di rinvio a giudizio per nove persone. "Non pensiamo che il sabotaggio possa avere a che fare con questo, quello è un altro capitolo, la giustizia farà il suo corso". Il punto è che la zona non è coperta da videosorveglianza. "Speriamo nella testimonianza diretta di qualcuno che può aver visto qualcosa, ma se sono andati a farlo di notte sarà quasi impossibile risalire alla loro identità". Il Rally non si è fermato (è stata attuata una serie di regole che permette di annullare la prima parte della gara e di ripartire da zero per garantire l’equità del confronto sportivo) e non si fermerà: "Si va avanti, non sarò certo questo a stoppare il Rally Appennino che ha una lunga tradizione ed è nel cuore di tanti appassionati della zona e non solo. Anzi, c’è la voglia di fare sempre meglio. Tra l’altro, il rally porta un ottimo beneficio economico al territorio, attirando tanta gente: tra sabato e domenica c’era un migliaio di persone in montagna per seguire la gara". Indagano i carabinieri.