LUCIANO MANZOTTI
Cronaca

La rapina a Casa Cervi, Orietta Berti: "Mamma ‘rossa’, papà credente. Quello sfregio mi rattrista"

La cantante, icona di una terra di grandi conflitti ma anche di dialogo nella diversità. "Lei si faceva chiamare Olga per sembrare più sovietica, lui mi portava in chiesa"

Il popolo di Casa Cervi il 25 aprile e, nei tondi Orietta Berti ora e, a sinistra, con la mamma 'rossa'

Il popolo di Casa Cervi il 25 aprile e, nei tondi Orietta Berti ora e, a sinistra, con la mamma 'rossa'

C’è il valore materiale, certo, quasi 90mila euro. Ma ci sono soprattutto il dolore e la rabbia per una giornata importante, di festa e di ricordo, sporcata da un atto criminale. Un diluvio di attestazioni di solidarietà si riversa in queste ore sull’Istituto Cervi, colpito la sera del 25 Aprile da una banda che ha rapinato l’incasso della giornata che due collaboratori si accingevano a portare alla cassa continua di una banca. Gli investigatori analizzano le riprese delle telecamere del parcheggio di Casa Cervi, dove è avvenuto l’agguato, e di quelle stradali della zona.

Nella giornata di venerdì è stato ritrovato in un campo lo zaino contenente le scatolette delle casse, ovviamente vuote; anche da questi oggetti si potrebbero ricavare indizi, come impronte digitali e Dna. Se i due collaboratori aggrediti con lo spray ora stanno bene, resta il danno materiale e morale ai tanti che hanno contribuito con il loro lavoro volontario alla riuscita della manifestazione. "Moltissime istituzioni e associazioni, ma anche privati cittadini, ci sollecitano per aprire un canale di supporto diretto – dicono dall’Istituto –. Mettiamo a disposizione il nostro Iban".

Per chi vorrà, la causale del versamento è: Casa Cervi Resiste. L’iban è: IT 26 X 08340 66500 000000055298. Si possono anche fare versamenti tramite PayPal, all’indirizzo istitutocervi@legalmail.it

di Luciano Manzotti

Montecchio Emilia, 26 aprile 2024 – “Sono molto addolorata per questo bruttissimo episodio". La voce, al telefono, è quella di Orietta Berti, che la sera del 25 aprile, si trovava a San Giorgio di Pesaro per un appluditissimo concerto. "Per la festa della Liberazione, avevo fatto un post sul mio profilo Instagram (quasi 230 mila follower). Non sono tanto tecnologica, ma grazie ai miei figli Otis e Omar ho scoperto l’importanza di questo mezzo di comunicazione per dialogare velocemente con i fan, soprattutto quelli più giovani che mi seguono con tanto affetto - afferma l’Orietta nazionale, che dal 2022 è anche Commendatore della Repubblica italiana, icona inossidabile della nostra musica pop, nonché personaggio amatissimo e sempre più trasversale tra palco e tv. Negli ultimi anni, grazie a collaborazioni musicali con le nuove generazioni - da ’Mille’ ( con Fedez e Achille Lauro), a ’Luna piena’ e a ’La discoteca italiana’(con Rovazzi), idolo celebrato anche dalla Generazione Z.

Cosa significa per lei il 25 aprile?

"Per me e per tutta la mia famiglia è sempre una grande emozione celebrare, ricordare e festeggiare la Festa del 25 aprile. Perché è la festa di tutti, di chi ha liberato e ha conquistato la libertà per tutti noi, di chi la rispetta e di chi rispetta il prossimo indipendentemente dalle idee politiche e dal modo di essere. È la festa che ci ricorda sempre le persone che per la nostra libertà hanno sacrificato la propria vita".

Cosa ha provato quando ha saputo della rapina?

"Tristezza. Quanto avvenuto è una brutta pagina della nostra storia".

Pur non essendosi mai schierata politicamente, la cantante emiliana ha sempre raccontato con dovizia di particolari la sua infanzia nel paese natio, quel Cavriago, notoriamente ‘rosso come il fuoco’, dove in una piazza troneggia ancora un busto di Lenin in bronzo.

Nella sua famiglia ci sono stati dei partigiani?

"La mia bellissima famiglia era un po’ strana. Mia mamma Anna, che si faceva chiamare Olga per sentirsi più sovietica, era una comunista dalle certezze granitiche. Con lei, partecipavo a tutti i comizi, tra un’esplosione di bandiere rosse e un clima di grande convivialità. Aveva un fratello partigiano e da piccola, ricordo di avere trovato in soffitta una sacca militare dove erano conservati tutti i documenti sulle postazioni che i partigiani avevano occupato sulle nostre colline".

Lei ha scritto di essere cresciuta in un clima da Don Camillo e Peppone, e ha intitolato la sua autobiografia ’Tra bandiere rosse e acquasantiere’.

"È vero, i conflitti c’erano, ma erano anche un mezzo per dialogare tra compaesani".

È diventata cantante per amore di papà Mafaldo Galimberti (scomparso prima di vedere il grande successo della figlia, ndr), grande appassionato di musica lirica. Lui era credente.

"Sì, mio padre era molto religioso e mi portava sempre in chiesa. Era molto devoto a San Giovanni. Un altro mondo. Ecco, queste sono le mie radici. Anche per questo trovo molto triste ciò che è successo a Casa Cervi. Auspico e spero che il 25 aprile ci induca tutti quanti a volere un futuro di valori importanti che si basino su unione, responsabilità e solidarietà".