Furto a casa Cervi: “Vigliacca aggressione ai volontari, un insulto alla storia”

L’amarezza di Adelmo, figlio di uno dei Sette: “Un atto grave, che offende la Resistenza e la democrazia. Mio padre e i miei zii hanno pagato con la vita per portare giustizia in questo mondo, non meritano questo”

Adelmo Cervi, figlio di Aldo, il terzo dei sette fratelli fucilati

Adelmo Cervi, figlio di Aldo, il terzo dei sette fratelli fucilati

Reggio Emilia, 27 aprile 2024 – "Ancora una volta non c’è rispetto, la rapina dell’incasso è un insulto non solo per la storia dei Cervi, ma anche per la Resistenza e la democrazia. Un atto simile di per sé è una vergogna inaudita, figuriamoci poi se messo in atto in quel luogo e in quel giorno. Solo dei delinquenti possono mettere in atto un’azione simile. Ed è un insulto anche per tutti i volontari che per una settimana hanno lavorato senza sosta per organizzare una manifestazione così grande e così bella, non era facile né scontato. Uno sforzo enorme, ora ripagato in questo modo".

Adelmo Cervi, figlio di Aldo, il terzo dei sette fratelli fucilati dai fascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943, non riesce a nascondere l’amarezza e non usa mezzi termini per definire la rapina messa in atto giovedì, la sera del 25 aprile, nel parcheggio di Casa Cervi a Gattatico, quando quattro persone col volto incappucciato hanno aggredito con lo spray al peperoncino una dipendente e un volontario dell’Istituto Alcide Cervi portandosi via, in pochi secondi, quasi 80mila euro, l’incasso dell’intera giornata di festa. Una rapina che Adelmo Cervi definisce "vigliacca aggressione".

"Rubare quanto è stato costruito con il sudore di tanti è un’offesa alla storia e al martirio dei Cervi, che hanno pagato con la vita per fare un po’ di democrazia e un po’ di giustizia a questo mondo – sottolinea –. Quello che è successo è gravissimo, un fatto molto pesante, non si può arrivare a tanto". E rivolge un pensiero ai ragazzi aggrediti: “A tutti quelli che hanno lavorato lì, e in particolare a coloro che sono state vittime della rapina, voglio esprimere solidarietà totale – le parole di Adelmo –, appena possibile vorrei incontrarli, per portare loro un abbraccio". E sull’atto criminale: "Non so chi ci sia dietro il colpo dell’altra sera, ma so che porterà un danno serio all’Istituto".

Cervi non si risparmia e coglie l’occasione per alcune riflessioni: "In questi giorni – dice – ho letto addirittura che queste manifestazioni (la festa del 25 aprile) sono di parte, è incredibile da sentire e credo che un clima così non contribuisca a costruire serenità e sicurezza in una comunità. Si parla sempre del sacrificio dei Cervi, si dice che è tra i fatti che hanno portato alla costruzione di una democrazia. Ma ecco che questa democrazia, oggi,è zoppa. Ora, sempre meglio una democrazia zoppa che una dittatura, su questo non ci piove, però chi, come mio padre e i miei zii, ha dato la vita per la libertà e la democrazia, certo non si merita questo".

Il riferimento è anche al governo: "Mi preoccupa molto l’uomo solo al comando, l’impadronirsi dei mezzi di informazione e comunicazione, la censura. Abbiamo un’arma potente contro tutto questo, ed è la Costituzione, che andrebbe applicata, e qui parlo anche di diritti del lavoro, diritto allo studio per tutti, ricchi e poveri, diritto all’eguaglianza, qualunque sia il ceto di appartenenza".