"Qui non passerete". La sede di Forza Nuova a Reggio Emilia non c’è ancora, eppure la letterina di ‘sfratto’ da parte del popoloso centrosinistra cittadino è già stata inviata a Roberto Fiore, il leader nazionale del movimento di estrema destra che ha da poco annunciato l’apertura della sede anche nella terra dei fratelli Cervi. Un’espansione, peraltro, sottolineata a corredo delle enormi polemiche legate all’approdo di FN anche a Ferrara, con il sindaco leghista Alan Fabbri che si è opposto apertamente. Insomma, il fronte ‘antifascista’ in Emilia resta caldo, anche a Bologna la tensione è rimasta altissima dopo l’arcinoto corteo dei Patrioti di qualche settimana fa. E il 2025 potrebbe far deflagrare nuovi fronti durissimi.
Tornando al "non passerete" reggiano, ieri sia l’Anpi, sia la Cgil hanno rimarcato la loro mobilitazione. "Ci opporremo con qualsiasi strumento democratico – hanno scritto i partigiani –. Il governo e il parlamento dichiarino FN fuori legge, non si piò aprire una sede in una terra antifascista come la nostra". Stesso tenore dal sindacato. "Siamo pronti a scendere in piazza – ha detto in una nota la segreteria locale –, è una forza fuori dalla Costituzione che non può essere tollerata". Il Pd già da un paio di giorni aveva preso posizione, ieri alle esternazioni dei dem locali ha fatto seguito l’uscita di Luigi Tosiani. "Dopo Ferrara e dopo i fatti di Bologna, la misura è ormai colma – ha detto il segretario regionale dei dem –. Siamo scesi in piazza in ogni città, lo faremo ancora, con più determinazione, per difendere l’identità e la storia delle nostre comunità, democratiche ed antifasciste. Il fascismo resta sempre un crimine, mai un’opinione". Ma ieri a parlare è stato anche Fiore. "Reggio Emilia tornerà terra libera, lontana da mafie e ideologie fallimentari. Non deve essere né il feudo di Prodi e Landini, né rimanere la provincia più esposta all’ndrangheta. Deve invece tornare a essere una terra di produzione, di piccoli proprietari – ha sottolineato –. Il nostro impegno con il popolo rappresenterà la vera novità politica del 2025".
Paolo Rosato