DANIELE PETRONE
Cronaca

Si sposa in ospedale prima di morire. Il coraggio di Giovanni e Valentina: "Il nostro amore è eterno"

Tre mesi fa le nozze speciali a Reggio Emilia, dove lui era ricoverato per un tumore che giovedì lo ha portato via. Lascia anche tre figli. La moglie: "Ci siamo tenuti la mano fino alla fine, ho promesso che ai bimbi penserò io"

Si sposa in ospedale prima di morire. Il coraggio di Giovanni e Valentina: "Il nostro amore è eterno"

Reggio Emilia, 1 settembre 2024 – “Non volevamo che il nostro amore potesse essere cancellato dalla morte. Durerà per sempre, fino all’eternità, anche nella prossima vita dove saremo di nuovo insieme". Restava poco da vivere a Giovanni Visone, 39 anni, quando ha deciso da malato terminale di sposarsi in ospedale con la sua bella e dolce metà Valentina Caporale, 33 anni. Giovedì scorso Gianni è morto portato via da un tumore incurabile allo stomaco. Ma tre mesi fa ha fatto in tempo a coronare il suo sogno. Una scelta di coraggio commovente.

Non sarà stato un matrimonio scintillante come avrebbero voluto: niente villa sfarzosa nè invitati vestiti bene e neppure fuochi d’artificio. Ma le nozze di Gianni e Vale sono state l’essenza dell’amore puro, molto più di tante cerimonie dorate che poi finiscono per naufragare. Lo scorso 4 giugno si sono detti "sì" al Core, al terzo piano del centro oncoematologico di Reggio dove Gianni è stato ricoverato a marzo. "I nostri wedding planner sono stati gli infermieri", racconta Valentina con grande semplicità.

Il taglio della torta di Gianni Visone e Valentina Caporale nel corridoio del terzo piano del centro ematologico Core
Giovanni e Valentina

L’ex assessore Daniele Marchi ha officiato il rito civile nell’ufficio del primario. Nel corridoio poi hanno festeggiato attorniati da una cerchia ristretta di amici e dai medici, col taglio della torta su una scrivania adibita a tavolo nuziale con tanto di fiori e addobbi improvvisati su un attaccapanni. Dimenticandosi per un attimo di una vita piena di tribolazioni, Gianni, nonostante le poche forze lo avessero costretto in sedia a rotelle, ha ritrovato per un attimo il sorriso. Camicia bianca e gilet nero lui, abito bianco con un golfino azzurro lei. Damigelle e garçons d’honneur? I loro tre figli speciali Bianca, 20 anni, Cristian, 11 e Alessio di 9.

“Eravamo emozionatissimi entrambi – ricorda Valentina – Stavamo insieme da tredici anni. Ci siamo conosciuti nel 2011 a Capodanno, a casa di un’amica comune. È stato un colpo di fulmine. Non ci siamo più lasciati, nonostante tante difficoltà". Gianni, campano d’origine ma nato a Reggio, aveva trovato un lavoro stabile in Iren, come operatore ecologico, dopo anni di lavori precari tra cui la guardia giurata. Ma è stato anche un obiettore di coscienza a Santa Croce e frequentatore abituale dell’Oratorio Don Bosco (tanti suoi amici lo hanno salutato per l’ultima volta nei funerali che si sono tenuti ieri). Valentina, nata a Crotone, è disoccupata, ma si arrangia come può facendo qualche lavoretto. Sei mesi fa la sentenza atroce che sconvolge le loro vite. "Sapevo che gli restava poco – sospira Valentina – Ma ho sempre detto ai medici di dargli una speranza di poter guarire. Anche perché lui adorava la vita, era una persona molto socievole, generosa. Gli piaceva tanto il calcio, tifava Milan e spesso andava a giocare con gli amici quando stava bene. A dire il vero pensavo potesse vivere ancora qualche mesetto, invece la morte è arrivata quasi all’improvviso".

Si sono detti addio a modo loro. "Giovedì notte alle 3,40 se n’è andato per sempre. Era tornato a casa da quasi un mese. Quando abbiamo capito che fosse arrivato il momento di salutarci, ci siamo stretti la mano. Non voleva lasciarmela. Gli ho fatto una promessa: ai nostri bambini, ai quali era tanto affezionato, ci penso io. E poi gli ho detto che ci ritroveremo per stare insieme per sempre in un altro mondo dove ora sono sicura ci sia la sua anima, finalmente in pace".