REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Taglio dei tre cedri, abbattimento necessario per la sicurezza"

Vertice degli agronomi con l’assessore: "Programmazione per un polmone verde in grado di resistere ai cambiamenti climatici"

Il Sagrato di San Terenziano e piazza Zanti a Cavriago con gli alberi sullo sfondo

Il Sagrato di San Terenziano e piazza Zanti a Cavriago con gli alberi sullo sfondo

I cambiamenti climatici richiedono nuove sfide anche sul fronte del verde pubblico. Alcuni tipi di piante risultano più adatti al tipo di clima che si sta consolidando nelle nostre terre, mentre altri alberi soffrono per l’aumento delle temperature e i periodi siccitosi sempre più lunghi. Per questo, a partire dal sagrato di San Terenziano, la gestione del patrimonio green dovrà essere sempre più "scientifica" e le nuove piantumazioni effettuate scegliendo le piante più adatte. È questo il contesto in cui si inseriscono il taglio di tre cedri dei 16 grandi cedri presenti sul Sagrato di San Terenziano, che presentano problematiche di stabilità con gravi rischi per la sicurezza pubblica, e un Piano di monitoraggio illustrato ieri da agronomi insieme all’assessore all’ambiente Luca Brami. Sul sagrato sono presenti cedri dell’Himalaya e cedri dell’Atlante, la cui condizione viene da tempo monitorata dall’Ufficio Ambiente del Comune di Cavriago insieme dal dottor Giovanni Morelli dello studio Progetto Verde. Morelli verifica il patrimonio arboreo di Cavriago dal 2011, inoltre dal marzo 2022 le alberature pubbliche (comprese quelle del sagrato) sono censite, georeferenziate e controllate anche dal consorzio Fitosanitario di Reggio. Nella primavera 2023 si è proceduto ad una prima asportazione delle parti disseccate di uno dei cedri. A giugno di quest’anno, nel corso di uno specifico sopralluogo, è emerso che i disseccamenti si sono ripresentati e in modo più esteso, coinvolgendo anche altre piante. Da qui la decisione di procedere con un’analisi più approfondita, anche di tipo strumentale, su tutti i cedri presenti sul sagrato per capire se ci fossero rischi di cedimenti strutturali. L’atteggiamento generale, spiegano dal Comune, "è stato di tipo conservativo, per tutelare quante più essenze possibili, prevedendo la possibilità di abbattimento soltanto in caso di gravi lesioni, alberi compromessi o piante ormai morte". Purtroppo "tutti gli alberi sono apparsi variamente sofferenti e talora afflitti da conclamati processi autoriduttivi senza ragionevoli possibilità di trattamento o spontanea remissione. Le analisi hanno evidenziato una significativa criticità vegetativa, in un quadro di progressivo peggioramento a causa del concorso anche di episodi siccitosi e, verosimilmente, l’insorgenza di patologie opportuniste e fungine". L’abbattimento dei tre cedri (uno di fatto morto, gli altri molto malati) avverrà nelle prossime settimane, anche per evitare che eventuali patologie e funghi possano attaccare il vicino Gran Pino, il cedro atlantica alto 30 metri e con una circonferenza del fusto 557 cm, inserito nella lista degli alberi monumentali censiti e protetti della Regione Emilia-Romagna. Tutti i cedri rimanenti poi saranno controllati sistematicamente al fine di valutare l’evoluzione del loro quadro vegetativo. L’abbattimento "si rende necessario per tutelare la pubblica incolumità e la sicurezza delle tante persone che frequentano l’area – spiega l’assessore Luca Brami –. Siamo consapevoli di quanto i cedri costituiscano un patrimonio di Cavriago e proprio per questo abbiamo messo in atto e predisporremo tutte le misure necessarie per contenere la propagazione di eventuali funghi o patologie. Continueremo a monitorare la situazione; di pari passo, stiamo studiando una soluzione per sostituire le piante eliminate attraverso una progettazione che guardi al futuro, per consegnare alle nuove generazioni un polmone verde in grado di resistere ai cambiamenti climatici".

f. c.