FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Ucciso da una fucilata nel bosco. Per Marco una fiaccolata in paese. Si muovono anche gli studenti

Oltre agli amici, la scuola vuole organizzare un’iniziativa: la preside è la sorella della vittima. Il ricordo: "Ha dedicato la vita al prossimo, anche la sua morte avrà un senso: servirà a salvare altre persone".

Oltre agli amici, la scuola vuole organizzare un’iniziativa: la preside è la sorella della vittima. Il ricordo: "Ha dedicato la vita al prossimo, anche la sua morte avrà un senso: servirà a salvare altre persone".

Oltre agli amici, la scuola vuole organizzare un’iniziativa: la preside è la sorella della vittima. Il ricordo: "Ha dedicato la vita al prossimo, anche la sua morte avrà un senso: servirà a salvare altre persone".

Una fiaccolata in memoria di Marco Gentili. La stanno organizzando gli amici, per ricordare l’anima buona e generosa dell’ex responsabile delle professioni sanitarie SerDp Ausl, ucciso a 68 anni mercoledì mattina dalla fucilata di un cinghialaio nel castagneto della Garbaglia, a Leguigno di Casina. Il dolore è lancinante per coloro che hanno conosciuto Marco, ma proprio la sua personalità sprona tutti a non rassegnarsi e ricompattare la comunità attorno al ricordo e alla sua testimonianza di vita. Così, giovedì sera, un gruppo di compaesani si è riunito per cercare di capire quale sia il modo migliore per non spegnere quella luce. "Abbiamo pensato innanzitutto di fare una fiaccolata il giorno del rosario, dalla sua abitazione fino alla chiesa – spiegano gli amici –. Abbiamo domandato il permesso alla famiglia, e la sorella Giuseppina ha risposto che è lieta di questa iniziativa che precederà i funerali. Vorremmo che ci fossero più persone possibile, per fare sentire la nostra voce. Ancora non conosciamo la data delle esequie; la salma è ancora all’Istituto di medicina legale di Modena". Un’altra iniziativa viene sollecitata da famiglie e professori per manifestare vicinanza a "Giusy" Gentili, a lungo preside dell’Istituto comprensivo Gregori di Carpineti e Casina. oggi dirigente dell’Ic di Castenovo Monti. "Se lei ci darà il permesso – spiega Liliana Macaluso, a nome del gruppo – vorremmo organizzare una manifestazione con tutti gli studenti perché non accadano più tragedie simili. I nostri bambini giocano e corrono nei boschi sotto gli spari: è una situazione insostenibile". Gli altri obiettivi degli amici collimano con quelli della famiglia Gentili: allontanare i cinghialai dalle case; arrivare all’individuazione dei responsabili e avere piena giustizia. Attualmente, iscritti sul registro degli indagati ci sono un anziano di 77 anni e suo nipote, di 53, del paese, che mercoledì insieme ad una trentina di altri cacciatori andavano a cinghiali nei boschi sotto l’abitato. I colpi esplosi sarebbero stati tre o quattro e non è ancora chiaro da quale fucile abbia sparato il proiettile che ha tolto la vita a Gentili davanti agli occhi dell’amico Marco Costi. "Confermiamo che procederemo a predisporre una petizione con una raccolta firme per mandare via i cacciatori, far togliere la concessione all’Afv e riportare la pace in paese. Marco per noi lo avrebbe fatto", dice Liliana Macaluso, che poi commossa aggiunge: "Era appena tornato dal Cammino di Santiago. Era felicissimo. Ci diceva di sentirsi purificato, rinnovato spiritualmente e arricchito dentro. È arrivato all’appuntamento con la morte con il sorriso: se n’è andato da martire. E come la sua vita l’ha dedicata agli altri, anche la sua morte avrà un senso: servirà a salvare altre persone".

Ieri si è svolta l’autopsia sul corpo di Gentili a Modena.