
Oggi a Pecorile l’intitolazione in nome della 17enne uccisa nel ’96 dal fidanzato. La madre: "Ogni occasione come questa mi permette di sentirla ancora vicina" .
La memoria resta viva, nei cuori di chi l’ha conosciuta e amata e nella forza di una madre che il ricordo della sua Jessica perpetua; non solo per ragioni di affetto ma come simbolo di un dramma che Reggio affrontò per la prima volta, e con quella crudeltà, quasi 30 anni fa. In occasione della giornata annuale dedicata all’eliminazione della violenza sulle donne, che cade il 25 novembre, questa mattina la frazione di Pecorile intitolerà ufficialmente una delle sue piazze a Jessica Filianti. La 17enne venne massacrata con 43 feroci coltellate, l’ultima spezzò persino la lama dell’arma, da Luca Ferrari, dal 2013 totalmente libero dopo avere scontato appena 12 di galera effettiva. Presente in prima fila sarà Giuliana Reggio, madre di Jessica era figlia.
Signora Reggio, cosa significa per lei questo evento?
"Un’altra testimonianza dell’affetto che le comunità del territorio hanno tuttora per la mia bambina. Assieme agli altri simboli che a lei sono stati dedicati in questi anni: il giardino di Jessica in città, a poca distanza da dove fu uccisa, le panchine a Sant’Ilario e a Casina, e la piazza che le è stata intitolata a Camposanto di Modena".
Quanto sono importanti per ricordare Jessica?
"Tantissimo, lei e tutte le ragazze che hanno fatto la sua fine non vanno mai dimenticate. Ma sono utilissimi anche per le persone che vi transitano o vi si siedono. Specialmente i ragazzi maschi. È sempre più importante che si comprenda che anche loro, anzi in questa fase storica soprattutto loro, sono fragili. I genitori li devono seguire nella loro crescita emotiva, specie nelle fasi di cambiamento, quando devono imparare a rapportarsi con le donne".
Una questione di patriarcato?
"Una questione di educazione e riferimenti valoriali. In Italia il patriarcato non esiste più da tempo e non va usato come alibi affinchè i genitori si sottraggano dalle loro responsabilità".
È per questo che continua a organizzare e a partecipare ad eventi in memoria di Jessica?
"È anche per questo, ma soprattutto è il modo che ho scelto per tenerla con me, per sentire la sua essenza. Non voglio mai perderla, altrimenti perderei me stessa".
Jessica a Reggio è stata la prima, ma purtroppo non l’ultima…
"Giusto mercoledi ricorreva l’anniversario dell’assassinio di Juana Cecilia (la giovane peruviana uccisa dall’ex fidanzato nel novembre 2021, ndr). Io l’ho ricordata con un post sui social e mi sono accorta che in pochi l’hanno fatto. Ma nemmeno lei i reggiani devono dimenticare. E alle ragazze che sono vittime di stalking o violenza dico e ribadisco: denunciate, subito, non vergognatevi mai. Sono gli uomini violenti a doversi vergognare".