
Vertice in Prefettura dopo le ultime aggressioni a operatori durante il turno al pronto soccorso. Le misure disposte dal Comitato per "rassicurare i lavoratori e tenere sempre monitorata la situazione".
Situazione critica per il personale sanitario, sempre più spesso vittima di violenze, fisiche o verbali, sputi, minacce, aggressioni. A volte anche brutali. Come nel caso dell’operatore socio sanitario di 38 anni che nella notte tra domenica e lunedì è stato quasi strangolato nel bagno del pronto soccorso, mentre era di turno, da un paziente, un 27enne dell’Appennino reggiano: l’operatore aveva il compito di raccogliere le urine quando il ragazzo, visibilmente ubriaco, si è scagliato contro di lui, mettendogli le mani attorno al collo e stringendo forte per alcuni minuti: ’Ti ammazzo, devi morire’, ripeteva, guardandolo negli occhi. Ieri mattina si è svolto il bertice in Prefettura proprio per contrastare l’aumento della violenza in ambito sanitario, limitare il più possibile le situazioni a rischio e pensare un sistema ’integrato’ per un presidio costante, tra forze dell’ordine e vigilanza privata: un punto, quest’ultimo, anticipato dal questore Giuseppe Maggese al Carlino nell’intervista di mercoledì.
Nella riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocata dal prefetto Maria Rita Cocciufa (nella foto in alto) per fare il punto sulle questioni legate alle strutture sanitarie, erano presenti, oltre il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari e il presidente della provincia Giorgio Zanni, i vertici delle forze dell’ordine, il procuratore della Repubblica Calogero Gaetano Paci, la direttrice generale della Ausl Cristina Marchesi, i direttori della Rems e del pronto soccorso e altri dirigenti dell’Azienda sanitaria.
I primi due argomenti all’ordine del giorno, per i quali ha partecipato anche il procuratore, hanno riguardato i dispositivi di sicurezza della Rems e le modalità di intervento e collaborazione nella gestione delle procedure del cosiddetto “Codice rosso” per la tutela delle vittime vulnerabili, specie quelle di violenze sessuali o maltrattamenti. Infine è stata esaminata la situazione della sicurezza delle strutture sanitarie e del personale sanitario, con particolare riferimento al pronto soccorso del capoluogo.
L’indirizzo emerso dal Comitato è stato quello di "potenziare i dispositivi di vigilanza privata, sia presso la Rems che nelle strutture ospedaliere maggiormente esposte a fenomeni di violenza". Contestualmente, "il prefetto ha richiamato l’attenzione delle forze di polizia sulla necessità che, specie durante le ore notturne, effettuino cadenzati passaggi al pronto soccorso nell’ambito degli ordinari servizi di controllo del territorio (si alterneranno carabinieri e polizia, a seconda dei turni), anche in assenza di specifiche chiamate, al duplice fine di rassicurare il personale sanitario e di tenere costantemente monitorata la situazione, in stretto raccordo con le guardie giurate". Inoltre, nei prossimi giorni si riunirà in Questura un tavolo tecnico, volto proprio a "instaurare una stretta sinergia tra l’intervento delle forze dell’ordine e quello della vigilanza privata, valorizzando i compiti affidati a quest’ultima nella prevenzione di situazioni pericolose".
c. g.