STELLA BONFRISCO
Cultura e spettacoli

Ac/Dc, la grande festa del rock infiamma la Rfc Arena di Reggio Emilia

La band australiana entra in scena alle 20,45 in punto su una macchina fiammeggiante. Subito parte la magia di suoni e colori e gli oltre 100mila del pubblico diventano una sola voce

Reggio Emilia, 25 maggio 2024 – Una babele di accenti, dialetti e lingue. Un popolo di ogni età e provenienza uniti dalla passione per gli Ac/Dc. In oltre centomila alla Rcf Arena di Reggio Emilia per l’unica data italiana del tour europeo ‘Power Up’, un momento storico per la città e perfino un punto di svolta per la Rcf Arena, che con questo concerto entra di diritto nel ghota dei palchi più grandi e importanti del continente. Ed eccoli.

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Dopo aver alloggiato a Bologna e nei giorni scorsi passeggiato sotto i portici più famosi del mondo come ragazzi qualunque, Angus Young sale sul palco vestito da scolaretto in velluto marrone con sua chitarra a tracolla: look suggerito già agli esordi dalla sorella. Sempre lei ebbe poi l’idea di battezzare il gruppo Ac/Dc - alternate current/direct current - per esprimere l’elettricità, la carica e il dinamismo della rock band. Brian Johnson con la sua inseparabile coppola calata in testa, voce del gruppo dal 1980, dopo la morte di Bon Scott. Nelle vene di Brian scorre sangue italiano, quello ereditato da una mamma partigiana che papà Alan incontrò sbarcando ad Anzio. Stevie Young, figlio del fratello maggiore di Angus (Malcom e George) alla chitarra ritmica. Chris Chaney al basso e Matt Laug alla batteria.

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Gli Ac/Dc sul palco della Rfc Arena a Reggio Emilia
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Tornano in Italia dopo otto anni, quando nel 2015 hanno suonato all’autodromo di Imola. Entrano in scena idealmente - alle 20,45 in punto - su una macchina fiammeggiante e subito parte la magia e il pubblico diventa una sola voce, insieme a quella di Brian. "Ciao a tutti, come state? Dopo Bologna e Imola siamo qui, a Reggio Emilia. Io non parlo molto bene l’italiano, ma parlo bene il rock and roll” e Brian manda baci al pubblico che parla, almeno in gran parte, la lingua della sua mamma. E che lui un po’ conosce.

Attaccano con If you want blood (You’ve goti it), poi Back in Black che fa impazzire e cantare tutti, tra i brani che più li rappresenta con il suo riff. E poi Demon Fire, Shot Down in Flames, Thunderstruck Have a drink on me, la mitica Hells Bells con un duetto finale tra Brian e Angus che da solo vale tutto il concerto. Shot in the Dark, Stiff upper lip, You shook me all night long, Rock n’ Roll Train, Shoot to Trill, Sin City, Givin the dog a Bone, Dirty Deeds Done Dirt Cheap, Dog eat dog Hight voltage, Hell ain’t a bad place to be, Riff Raff, Highway to Hell con le immancabili corna del diavolo che lampeggiano nel buio, Whole Lotta Rosie, Let There be Rock,T.N.TFor Those about to Rock.

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Nonostante i quasi 77 anni la voce di Brian è sempre potente e graffiante, l’energia di Angus Young immutata. Sono sempre loro: unici. Per questo svettano tra le dieci band rock migliori di tutto il mondo. E non soltanto perché hanno venduto un numero inestimabile di dischi, ma perché hanno storia e avuto un’influenza sull’evoluzione musicale e sui gruppi che li hanno succeduti nel tempo, perché hanno inventato un genere rock dove chitarre e distorsioni l’hanno fatta da padrone.

Puntualissima, alle 19,05, la performance del gruppo di apertura. A scaldare il palco la band The Pretty Reckless - capitanati dall’attrice, chitarrista e cantante Taylor Momsen – che è stata capace di azionare il motore di una serata davvero elettrizzante, unica e memorabile.