La carica dei 4000 per un nuovo inizio

Dopo 987 giorni di esilio la Unahotels torna a giocare nel rinnovatissimo PalaBigi affrontando l’ostica Tortona dell’ex Candi

di Francesco Pioppi

L’ultima volta era un altro mondo. E così, mentre alle 17,35 si accenderanno nuovamente i riflettori del PalaBigi, sarà difficile trattenere l’emozione. Rispetto a quel 25 gennaio del 2020 siamo tutti cambiati e quando quella fredda sera d’inverno uscimmo dal palazzetto dopo un comodo successo con Cantù, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbero dovuti attendere 987 giorni prima di poterci rientrare. Il Covid era solo uno spettro lontano, il mito Kobe Bryant ancora vivo e ognuno di noi poteva contare sull’affetto di qualche persona che adesso purtroppo non c’è più. È stato un tempo lungo, a tratti interminabile, fatto di incertezze e di partite ‘sempre in trasferta’. Il primo segnale di speranza arrivò pochi mesi dopo, quando Stefano Landi consegnò in mani sicure il gioiello che aveva curato e custodito per un ventennio, ma l’avvento della famiglia Bartoli con la presidente Veronica e con i soci Enrico San Pietro e Graziano Sassi non avrebbe potuto risolvere gli impietosi ritardi di un cantiere nato male e proseguito peggio. Finalmente però è arrivato il momento di lasciarsi tutto alle spalle per assaporare un nuovo inizio, ma siccome si dice sempre che si torna dove si è stati bene, allora forse è destino che sulla panchina di casa ci sia Max Menetti, uno di noi, uno che al PalaBigi ci è cresciuto. Al pari di Piero Montecchi e Orazio Rustichelli, ospiti speciali assieme alla leggendaria squadra della promozione in A2 del 1982.

Passata la pelle d’oca però, ci sarà da indossare l’elmetto per ricreare quell’atmosfera che abbiamo quasi dimenticato, ma che metteva tremendamente sotto pressione anche gli avversari più scafati. Ci si aspettano quasi 4mila tifosi, quindi non il tutto esaurito (la capienza massima è di 4530) ma quasi. Il viaggio nella ‘nuova’ casa della Unahotels inizia con Tortona, una brutta gatta da pelare che con un solo impegno settimanale (niente coppe) può di volta in volta concentrarsi sull’avversario e infilarsi nelle debolezze altrui. Non c’è dubbio che la squadra di Ramondino venderà cara la pelle, guidata dal talento di Christon, Harper e Daum e da una batteria di ‘seconde linee’ di tutto rispetto come Filloy e l’ex Candi. È altrettanto certo però che se la Pallacanestro Reggiana giocherà come ha fatto a Treviso e ancor di più a Bonn, saranno i piemontesi a doversi preoccupare, perché abbiamo visto una squadra che - pur essendo ancora in rodaggio - ha già dimostrato di avere delle certezze a cui aggrapparsi (Cincia, Vitali, Hopkins e Robertson su tutti) ma anche un paio di giovani interessanti e con la faccia tosta. Bisognerà poi capire se Menetti getterà nella mischia Olisevicius, clinicamente guarito e pronto all’uso. Se andrà in panca, allora scenderà in campo almeno per qualche minuto, altrimenti si accomoderà in tribuna e ci sarà mercoledì in Champions nella gara casalinga con l’Aek Atene.