"Questa avventura per me è una benedizione"

RJ Nembhard entusiasta per il suo arrivo a Reggio: "Farò di tutto per aiutare la squadra, è un’opportunità importante e non posso fallire"

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di Daniele Barilli

Sono bastati due giorni. Due giorni lungo la via Emilia e ha già capito tutto. Perché quando, alla fine della conferenza stampa di presentazione, i dirigenti biancorossi hanno chiesto a RJ Nembhard cosa volesse mangiare, il ragazzino statunitense si è illuminato in viso e ha subito detto: "lasagne". Ecco, l’impressione è che il nuovo atleta dell’Unahotels non ci metterà molto a inserirsi nella squadra e pure nello stile di vita italiano.

Quel che conta, però, è che possa diventare importante nello scacchiere tecnico biancorosso e possa aiutare l’Unahotels a rimettersi in piedi il più velocemente possibile, magari già da domani pomeriggio nel match con Venezia in via Guasco. Da questo punto di vista, in ogni caso, Nembhard è sembrato, almeno a parole, entusiasta per questa avventura.

"Sono molto grato alla società - è partito subito - per avermi dato questa opportunità: non vedo l’ora di scoprire l’Europa. Per me, questa nuova avventura, è una benedizione".

Da lì si è poi partiti cercando di scendere un po’ più in profondità, sia per quel che riguarda le sue caratteristiche tecniche che sotto il profilo umano.

"Che giocatore sono? Mi sento un all around, un giocatore, insomma, eclettico e che punta ad essere il più competitivo possibile. Parto dalla difesa, dove so di poter dare una grossa mano ai compagni. Per me è fondamentale aiutare la squadra a vincere. Ecco, quello deve essere proprio il mio ruolo".

Quando l’ha chiamata la Pallacanestro Reggiana, ci ha messo molto a decidere?

"La scelta è stata veloce perché ho capito che era quella giusta. Era giunto il momento di iniziare la mia carriera in Europa. La considero un’opportunità importante e cercherò di sfruttarla".

Ha chiesto informazioni a qualcuno prima di firmare?

"Ho parlato con Nate Reuvers. Avevo disputato la Summer League con lui a Las Vegas ed eravamo diventati amici. Nate mi ha detto che a Reggio si trovava molto bene e che adorava l’Italia per cui la scelta è diventata ancora più semplice".

C’è qualche giocatore a cui si ispira?

"Kobe Bryant - dice mentre lo sguardo si riempie di gioia -. Fin da piccolo lo guardavo in Tv e mi ha sempe emozionato e conquistato per la sua etica del lavoro e il suo talento. E’ stato curioso e stimolante scoprire che ha passato una parte della sua infanzia a Reggio".

Cosa si aspetta da questa esperienza?

"Vi dico la verità: ho molte motivazioni perché so che affronterò atleti di alto livello, partite in cui il gioco sarà duro e squadre dalla grandi tradizioni. Mi aspetto anche grande calore da parte dei tifosi. Questo è un mondo che non conosco, ma che mi può far crescere e migliorare molto".

Il fatto di dover affrontare subito due partite importanti è un bene o un male visto che è appena arrivato?

"Per me è positivo. Prima entro in contatto con le partite che contano e meglio è. In questi giorni sto imparando tante cose, ma sono già pronto a dare una mano".

Lei ha scelto il numero 22: c’è un motivo speciale?

"Sì, era il numero di maglia di mio padre che è stato un giocatore professionista ed è anche il giorno del mio compleanno".

Qual è il suo obiettivo per il futuro: tornare nella NBA?

"Non guardo troppo avanti, vivo giorno per giorno. Voglio far bene qui e questo aiuterà anche la mia carriera".