Sakota vara una rivoluzione lunga un mese

Il coach serbo ha deciso di cambiare tutto sia in attacco che in difesa. Sul mercato si cerca anche una guardia capace di segnare tanti punti

di Daniele Barilli

Una rivoluzione lunga un mese. E’ quella che ha in mente Dragan Sakota, il nuovo allenatore dell’Unahotels. Da quando si è seduto al timone biancorosso, l’esperto tecnico serbo ha solo osservato, studiato, parlato. Ha lasciato che fossero i suoi vice a guidare gli allenamenti. Si è confrontato con i dirigenti e i giocatori. Ha radiografato vizi è virtù della compagine biancorossa.

E da ieri ha iniziato la sua rivoluzione silenziosa. Perché dopo la partita di Milano, Sakota ha annunciato alla squadra che aveva intenzione di cambiare radicalmente il modo di giocare, stravolgendo il sistema offensivo e apportando consistenti miglioramenti alla fase difensiva.

Da ieri, quindi, i giocatori dell’Unahotels hanno buttato nel cestino quello che avevano fatto da agosto a metà dicembre e hanno ricominciato quasi da zero. Tutto questo perché bisogna assolutamente dare un’anima alla squadra e, soprattutto, si deve costruire un’identità che non si è praticamente mai vista in questa prima fase della stagione. Solo così si può pensare di dare compattezza a una formazione che, troppo spesso, in campo, si è sciolta come neve al sole senza sapere bene cosa fare e come comportarsi. Una rivoluzione che, nella testa di Sakota, si potrà completare nel giro di un mese. Questo, infatti, è stato il periodo di tempo che il tecnico ha chiesto alla dirigenza prima che venga giudicato il suo lavoro. Sakota, ai dirigenti, ha anche citato l’esempio della sua ultima esperienza, quella in Spagna al Saragozza, dove è arrivato in una situazione simile a quella reggiana, riuscendo a centrare la salvezza. Nell’avventura spagnola in cui ha vissuto 10 partite sulla panchina del Saragozza, Sakota ha conquistato una vittoria nelle prime 5 gare e 4 successi nelle successive 5 partite. Questo per sottolineare che il suo lavoro ha bisogno di un po’ di tempo per ottenere i risultati prefissati. Per fortuna, va detto, per quanto la situazione sia complicata, il tempo per togliersi dai guai non manca.

MERCATO - Al lavoro in palestra e alla rivoluzione tecnica, bisognerà aggiungere anche un restyling dell’organico oltre, naturalmente, all’inserimento del play-guardia Nembhard, il cui ingaggio è già stato annunciato. Perché dopo aver studiato e radiografato la squadra in questi 10 giorni, alla dirigenza ha fatto sapere che, probabilmente, avrà bisogno di un paio di innesti. Uno, non è un mistero, nel reparto dei lunghi dove quasi certamente si saluterà il georgiano Burjanadze, il cui contratto scade a metà gennaio per cui la separazione sarà, eventualmente, piuttosto semplice. L’altro rinforzo, e questo è un tassello a cui nessuno aveva pensato, dovrebbe essere una guardia dalle spiccate qualità offensive. Sakota, infatti, ha sottolineato con la dirigenza che questa squadra ha pochi punti nelle mani e che lui non ha visto esterni in grado di costruire reali situazioni di pericolo per la difesa avversaria. Se questa ipotesi dovesse concretizzarsi, a rischiare potrebbe essere Sacar Anim che, fino ad oggi, si è rivelato un giocatore utile, ma ha confermato di avere qualche limite proprio nella finalizzazione del gioco considerato che viaggia a poco più di 8 punti a partita. Troppo pochi per essere la guardia titolare di una squadra che lotta per la salvezza e ha bisogno di maggiori garanzie. In ogni caso, da ieri è cominciata l’era Sakota: vedremo se e quando la sua rivoluzione comincerà a fare effetto. E se questa squadra avrà la voglia di sudare, faticare e ricostruire la propria anima per ricominciare a lottare, correre e, soprattutto, vincere.