POLONAIR IL REGGIANO

"Vi porto sempre con me. Ritornare? Può accadere di tutto"

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di Francesco Pioppi

Achille Polonara, innanzitutto come sta?

"Sto bene, sono molto contento di aver iniziato il campionato anche se giocare senza il pubblico non è la stessa cosa e sono un po’ preoccupato: i nuovi positivi aumentano e ci sono squadre che riescono a schierare al massimo otto giocatori, è tutto un grandissimo punto di domanda e per un professionista non è facile andare a dormire senza sapere se il giorno dopo potrai scendere in campo o no".

È in uno dei migliori club europei, il Baskonia, con cui si è anche laureato campione di Spagna: una sorta di sogno che si avvera.

"Aver vinto un campionato così importante dopo tre finali perse (due con Reggio e una con Sassari) è una gioia immensa, è una bella rivincita anche perché parliamo del campionato di più alto livello in Europa in questo momento. Sono contento di essere stato confermato, una decisione che mi hanno comunicato il giorno prima della finale. Immaginate quanto fossi carico in quella partita".

Appena si parla di nomi del passato che ogni tifoso vorrebbe rivedere in maglia biancorossa, uno dei primi che viene fatto è il suo. Lo stesso Stefano Landi in un’intervista lo ha citato espressamente: che effetto le fa sentirsi ancora così amato?

"Sono onorato che sia Stefano (Landi, ndr) che molti tifosi mi scrivano e mi facciano sentire il loro affetto, ma credetemi mi dispiace tantissimo non aver vinto una di quella due finali, abbiamo vinto la Supercoppa (che Polonara si è fatto tatuare), ma a volte penso ancora allo scudetto…".

Ha solo 29 anni, si sente di escludere un ritorno in biancorosso?

"Nella vita può succedere di tutto, sono stato strabene e Reggio, è un ambiente che mi è sempre piaciuto, sin dal primo giorno in cui sono arrivato. Avevo 23 anni, ero un ragazzino, lì da voi ho fatto il salto di qualità".

Cosa conosce della ‘nuova era’ della Unahotels? Ha visto qualche partita?

"Ho seguito diverse gare soprattutto di Supercoppa, ho visto entrambe le vittorie con la Fortitudo e la partita con la Virtus. Avevano tante defezioni, ma mi hanno dato l’impressione di squadra che non molla mai e secondo me coach Martino è un signor allenatore: penso possano fare una buona stagione".

Giocare in Eurolega era uno dei tuoi suoi sogni più grandi, quali sensazioni prova ora che ci è arrivato e quali sono le chiavi per stare al massimo livello europeo?

"La metà dei giocatori che incontri ha giocato in Nba o ha rifiutato di farlo per stare qui, per me è un sogno e ringrazio Dio e Sassari di avermi dato la possibilità di salire su questo treno visto che ero ancora sotto contratto. Qui devi cercare di essere sempre al top fisicamente e tatticamente, giochi ogni tre giorni e anche la tua alimentazione dev’essere perfetta".

Giocare per la nazionale è sempre il suo obiettivo principale, crede che grazie ai tanti miglioramenti e ai grandi risultati ottenuti sarà considerato per le prossime convocazioni?

"È sempre stato uno dei miei obiettivi, se dovesse arrivare una chiamata sarei l’uomo più felice del mondo e sto facendo di tutto perchè questo accada, ma nel frattempo devo stare sereno…".

Che cosa apprezza di più della cultura spagnola, del cibo e della vita quotidiana e cosa le manca invece di quella italiana?

"Mi manca un po’ il cibo, la pasta in particolare, diciamo che è difficile trovarla al livello in cui la facciamo noi, ma si casca comunque in piedi, qui a Vitoria la carne è molto buona e la città molto carina e tranquilla, la gente ti fa sentire a casa. Ovvio non c’è l’affetto che c’era a Reggio per esempio, dove in tanti ti fermavano per strada per chiederti una foto, ma si sta bene".

Presto diventerà padre.

"Mancano circa due settimane, ormai ci siamo e siamo super contenti… Non vediamo l’ora, sarà una bimba e si chiamerà Vitoria come la città: nascerà qua, è stata concepita qua, ammetto che ce n’è voluto per convincere mia moglie Erika, ma gliel’ho richiesto dopo lo scudetto e a quel punto si è dovuta ‘arrendere’ (ride, ndr)".

Vuole fare un saluto agli amici reggiani?

"Certo, ci tengo a salutarli e spero di incontrarvi presto, vi porto nel cuore".