"Un'ora non basta, via subito il coprifuoco"

Lo slittamento alle 23 a partire da domani sera non ferma le proteste degli operatori della Riviera: "Occuperemo il lungomare"

Richard Di Angelo, storico titolare del Rose & Crown

Richard Di Angelo, storico titolare del Rose & Crown

di Manuel Spadazzi

Il governo Draghi gira le lancette e sposta avanti di un’ora il coprifuoco, già da domani. Fino al 6 giugno sarà consentito circolare fino alle 23, anziché alle 22. Un’ora in più che allungherà il servizio di bar e ristoranti. Dal 7 giugno poi il coprifuoco sarà a mezzanotte, e dal 21 giugno (se proseguirà il calo di contagi e ricoveri) verrà completamente revocato. Nelle regioni in zona bianca non ci sarà alcuna limitazione d’orario. L’Emilia Romagna dovrà attendere: i numeri sono ancora da zona gialla.

Il posticipo di un’ora del coprifuoco non placa le proteste degli operatori della Riviera. "Roba da matti, siamo ancora a questo punto... Dalle 22 alle 23 cambia poco: è il messaggio che si dà che era e resta completamente sbagliato", tuona ’Richard’ Di Angelo, titolare del Rose & Crown. Era stato lui, qualche settimana fa, a lanciare l’idea di una protesta con centinaia di colleghi di Rimini contro il coprifuoco. "Se abbiamo atteso nell’organizzare la nostra manifestazione – ammette Di Angelo – è stato solo perché abbiamo sperato, fino all’ultimo, che il governo cambiasse rotta. Invece il coprifuoco resta, se va bene verrà tolto il 21 giugno e ormai il danno sarà fatto. Ma noi non ci rassegneremo: a questo punto non escludo la protesta sul lungomare nel giro di qualche giorno". E arrabbiati sono tanti altri ristoratori e titolari di pub e altri pubblici esercizi. Come Giuliano Lanzetti, gestore del Bounty: "Assurdo continuare col coprifuoco, e magari andare a sanzionare i locali solo perché i clienti si attardano qualche minuto ai tavoli. Non ci stiamo. Piuttosto il governo dica se vuole darci i ristori per tutti i mesi di lavoro persi da gennaio". Tra l’altro, osservano Lanzetti e Di Angelo, "alla sera la maggior parte degli assembramenti spesso si verifica proprio a causa del coprifuoco. Perché alle 22 non tutti vanno a casa...".

Infuriato è anche Gianni Indino, il presidente della Confcommercio, perché "continuare col coprifuoco non ha più senso. Ci faremo sentire". E non solo per il coprifuoco. Il governo ha deciso infatti che le discoteche restano chiuse, per ora: "Basta essere trattati come untori, meritiamo rispetto. Riaprono tutte le attività fuorché le discoteche, è una cosa vergognosa e intollerabile. Non ci vengano a dire che sono i locali la causa della ripresa dei contagi, perché non è vero. E se finora siamo sempre stati buoni, ora pensiamo ad azioni eclatanti". Preoccupati per il coprifuoco ancora in vigore sono anche gli albergatori. "Ma ai turisti – spiega Patrizia Rinaldis, presidente dell’Aia – ripetiamo che è solo una limitazione d’orario e che sarà rivista quanto prima".

Nel nuovo decreto del governo – varato dopo la cabina di regia – previste altre importanti novità. I centri commerciali, che una settimana fa avevano protestato contro le chiusure durante il weekend, l’hanno spuntata: potranno restare aperti già da questo fine settimana. "Bene così – dice Massimo Bobbo, il direttore delle Befane – Ha prevalso il buon senso". E i parchi tematici potranno aprire la stagione dal 15 giugno, anziché attendere fino all’1 luglio. "Noi saremmo stati pronti ad aprire già dall’1 giugno, ma sempre meglio il 15 che dover aspettare luglio", sottolinea Beppe Costa, il patron del gruppo Costa che gestisce Italia in miniatura, Aquafan, Oltremare e l’Acquario di Cattolica.