Comunicare con la Generazione Z: l’obiettivo per gli esperti del sistema salute

Il 60% dei giovani (13-26 anni) ha interesse nei temi di salute e prevenzione, ma non vengono intercettati dagli specialisti di cui si fidano

Giovani e Futuro, Edizione 2022

Giovani e Futuro, Edizione 2022

Più del 50% delle ragazze e dei ragazzi tra i 13 e i 26 sente parlare di salute e prevenzione sui social network, ma le fonti delle quali hanno più fiducia risultano comunque medici/esperti, divulgatori scientifici e aziende farmaceutiche.

Questo quanto emerge dall’edizione 2022 della ricerca Giovani e Futuro dell’Istituto Piepoli. La ricerca, sostenuta anche da Alfasigma con una sponsorizzazione non condizionante, studia le giovani generazioni e quanto queste siano pioniere di numerosi cambiamenti di consumo e stili di vita.

Studiare l’avvenire dell’Italia

In Italia i giovani che appartengono alla Generazione Z sono circa 9 milioni e si tratta di ragazze/i che, nonostante l’età, hanno già vissuto e stanno vivendo grandi sfide (crisi economica ed energetica, lockdown, guerra...) e che fanno del pragmatismo e della capacità di adattamento i loro elementi di forza.

È la prima generazione di nativi digitali a 360° che li porta a essere sempre connessi, ma allo stesso tempo ben consapevoli dei rischi che tutto il mondo digitale porta con sé. Mentre il presente assume un’importanza cruciale, il futuro si profila in bilico tra promessa e minaccia, tanto che per alcuni ha connotazioni decisamente preoccupanti e incerte.

La dieta mediatica

Secondo i giovani intervistati, nel campo della salute come negli altri settori, la comunicazione deve essere breve e supportata da video d'impatto in linea con le caratteristiche di velocità e amore per le immagini della Generazione Z.

L’attenzione dei ragazzi e delle ragazze dai 13 ai 26 anni infatti è diventata molto più breve e frammentata. Per questo il web rimane il canale principale per la ricerca delle informazioni. Lo prediligono perché facile, veloce e diretto anche se sono perfettamente consapevoli dei rischi legati alle fake news, ai cyberattacchi o al bullismo online.

Esempio lampante di questo, è proprio il fatto che i social network sono un mezzo che questi ragazzi usano sia per cercare informazioni sia per riceverne anche in ambito sanitario, ma su cui loro stessi ammettono di non avere abbastanza fiducia. Fiducia che loro riservano agli esperti di settore che, però, non riescono a farsi sentire.

L’industria farmaceutica dialoga con la Generazione Z

Cosa può fare l’industria farmaceutica per intercettare questo target che è alla ricerca di pillole di informazione affidabili e professionali sui corretti stili di vita, alcune malattie specifiche, farmaci e novità in campo medico?

“Sui temi della sanità, i veri influencer per i giovani italiani sono gli scienziati, gli esperti, le aziende farmaceutiche, cui la generazione Z attribuisce competenza e autorevolezza. Ma il loro principale canale di comunicazione è ormai largamente il digitale, nelle sue diverse morfologie: dai social alle chat fino alle piattaforme di gaming. La sfida allora, anche per l’informazione dedicata alla salute, è mettersi in gioco in questi canali, con contenuti adeguati al mezzo, al tema e all’uditorio” dichiara Livio Gigliuto Vicepresidente Istituto Piepoli.

La campagna Fibro che? Realizzata con la sponsorizzazione non condizionante di Alfasigma e la collaborazione dell’associazione italiana sindrome fibromialgica AISF, ne è un esempio. Con il coinvolgimento di 5 illustratrici influencer che hanno avuto modo di confrontarsi in un focus group con alcune pazienti fibromialgiche, è stato scelto un format visivo, diretto per raccontare con un’immagine, un disegno lo stigma di una patologia ancora poco conosciuta e diagnosticata che colpisce principalmente la popolazione femminile di tutte le età.