Un pezzo di storia del commercio guastallese è andato in pensione. A 78 anni Fausto Veneri, titolare dell’edicola di via Gonzaga, in pieno centro a Guastalla, ha deciso di godersi il meritato riposo, dopo ben 53 anni di "giornalaio". Era il luglio 1971 quando ha cominciato l’attività, gestendo una piccola edicola con la madre Ludovica Busana. E dopo le nozze con Carla Valentini, ha lavorato con la moglie al suo fianco. Non solo in negozio ma anche con le consegne a domicilio: in ciclomotore (nei primi anni) e poi in bici, per un percorso di oltre 20 chilometri al giorno, talvolta anche quasi trenta, svolto tuttora per un centinaio di clienti del centro e della periferia guastallese. All’inizio degli anni Duemila c’era stato il boom, con almeno 180 consegne ogni giorno.
Fausto, come è iniziata la sua attività professionale?
"Da giovane ho lavorato come operaio, poi è capitata l’occasione di gestire l’edicola che era annessa a un bar. Io e mia madre abbiamo deciso di occuparci della vendita di giornali e riviste. Da subito ho attivato anche il servizio di consegna a domicilio, che ho mantenuto fino all’ultimo giorno di lavoro. Portavo anche i giornali in ospedale: alla vecchia sede in centro storico e poi nella nuova a Pieve. Ho fatto il mio giro quotidiano nei reparti di degenza fino al 2003, quando poi il bar interno si è dotato di uno spazio vendita di giornali".
Negli anni Ottanta l’edicola è stata anche un club sportivo…
"Già. Per la mia fede calcistica, con gli amici rossoneri abbiamo creato qui la sede del Milan Club. Ma era anche un luogo di ritrovo per sportivi tifosi di altre squadre. Quante discussioni sui dopo partita, qui in edicola…".
Ma come si è svolta, per oltre mezzo secolo, la sua giornata tipo?
"Sveglia molto presto, tra le 5 e le 5.30 per essere puntuale in edicola all’arrivo del corriere con i giornali, che sono poi da sistemare sul bancone. Poi mia moglie resta in negozio mentre io parto per le consegne a domicilio, tra il centro e la periferia, con ogni situazione meteo, con il caldo o con nebbia e freddo… Si ritorna in negozio fino all’ora di pranzo. Subito dopo un pisolino di un’ora e mezzo per riposarmi. E nel pomeriggio si torna in edicola fino a sera. Infine, il rientro per la cena. Verso le 22 si va a dormire, perché il giorno dopo la sveglia suona presto, molto presto…".
Dunque, non ha mai goduto della vita serale e notturna. Niente divertimento?
"Negli ultimi anni no. Ma in passato, quando ero più giovane, di serate fuori ne ho fatte tante, talvolta tornando anche molto tardi. Non mi sono fatto mancare niente, pur senza eccessi".
Mi risulta che anche importanti artisti abbiano frequentato la sua edicola…
"Qui era venuto spesso Cesare Zavattini, quando si trovava nella sua Luzzara e nella Bassa. E quando ha girato il film Novecento, passava in edicola frequentemente l’attrice Stefania Sandrelli. Un altro attore con cui ho avuto un buon rapporto è Alessandro Haber. Al suo passaggio a Guastalla per rappresentazioni in teatro, non mancava mai di venire ad acquistare giornali e a portarmi il saluto".
Ma ora cosa farà? Niente sveglia presto per andare in edicola? Niente impegni…
"Non ho certo intenzione di fare… l’umarell. Credo che continuerò ogni giorno a fare il mio giro in bicicletta al mattino, magari seguendo il classico percorso che ho effettuato per tanti anni. Ovviamente senza consegnare i giornali. Diciamo che cercherò di prendere la vita con un po’ più di comodità e senza fretta. E poi vorrei impegnarmi nel volontariato. Sto pensando all’associazione degli Amici del Day Hospital Oncologico. Qualche ora di tempo libero ora ce l’ho. Mi piacerebbe usarla anche per fare qualcosa di bene a favore degli altri".
Ha qualche rimpianto?
"No, nessuno. Ho fatto il lavoro che mi piaceva, ho avuto il contatto con la gente, ho visto passare tante persone dalla mia edicola, ho visto cambiare il centro storico di Guastalla e non solo. Avrei potuto continuare ancora a fare il commerciante, ma il mio fisico ha suggerito di fermarmi. A dicembre saranno 79 i miei anni. Ho lavorato per 53 anni in edicola, più qualcosa in precedenza come operaio. Direi che la mia parte l’ho fatta".
C’è un’ultima cosa che vuole dire?
"Certo. Vorrei ringraziare le tante persone che hanno voluto salutarmi nell’ultimo giorno di lavoro. È venuto anche il sindaco a portarmi una targa di riconoscimento. C’erano tanti amici e conoscenti davanti all’edicola. Io e mia moglie Carla ci siamo davvero commossi. È stata una gioia grande vedere tante persone venire a portarmi il loro affettuoso saluto. E tante altre erano venute nei giorni precedenti, quando si è saputo che avrei chiuso i battenti. Abbassare quella saracinesca per l’ultima volta è stato difficile. Ma andava fatto".