In cammino lungo i secoli: le vie immortali

Dalla Bibulca alla Romea Nonantolana, itinerari senza tempo che ancora oggi si possono percorrere come facevano pellegrini e mercanti

In cammino lungo i secoli: le vie immortali

In cammino lungo i secoli: le vie immortali

In principio furono i romani. O forse i celti, chi può dirlo? Le strade che attraversano gli Appennini hanno storie singolari e, spesso, antichissime. Un reticolo di ‘cammini’ costruiti per fini strategici, commerciali, per mettere in comunicazione in modo più diretto zone difficilmente raggiungibili o per favorire il passaggio dei pellegrini diretti a Roma o a importanti santuari religiosi del Nord Italia. Queste strade, e i loro percorsi storici, stanno vivendo una vivace opera di riscoperta grazie all’impegno di tanti appassionati di trekking e mountain bike. Negli ultimi anni, peraltro, gli editori si sono attivati pubblicando guide aggiornate, come Artestampa che ha inserito nel catalogo ’La Via Vandelli’ di Giulio Ferrari e ’La Via Bibulca’ di Luca Macchioni, ma anche le Edizioni del Capricorno con il curato e approfondito ’Cammini storici dell’Appennino Tosco-Emiliano’ dell’avvocato sassolese Alessio Anceschi o, per le Edizioni Il Fiorino, ’Viaggiando per le antiche strade’ di Giovanni Santunione.

Guide indispensabili per mettersi in viaggio, dalle quali abbiamo tratto alcuni spunti sintetici per conoscere un po’ meglio le ‘vie storiche’ che attraversano le nostre montagne.

LA BIBULCA

La Bibulca fu una diramazione della via Francigena e parte del percorso della via Claudia Augusta di epoca romana. Inizia alla confluenza dei torrenti Dolo e Dragone e conduce dalla valle del Secchia al Passo delle Radici. Nell’alto Medioevo divenne uno dei tracciati principali per il passaggio dall’Emilia alla Toscana. Il suo apogeo, come via di collegamento con Lucca risale a Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa, che trasformò l’ospitale di Frassinoro in una importante Abbazia nel 1071. La prima volta che questa strada viene citata è in un documento carolingio, come descrizione dei confini della diocesi reggiana, dove è definita ’via Nova’. Nel tratto ‘appenninico’ la strada costeggia l’attuale confine tra Modena e Reggio, passa per Saltino, sale a Frassinoro e giunge San Pellegrino in Alpe prima di scendere verso Lucca.

LA ROMEA NONANTOLANA

La Romea Nonantolana è legata ad Anselmo duca di Cividale che fondò un importante monastero a Fanano, nel cuore dell’Appennino modenese nel VIII secolo d.C. Il cognato Astolfo, re longobardo, lo convinse a creare anche un altro monastero, a Nonantola, che divenne presto una fiorente Abbazia. Proprio per collegare i due luoghi venne creato un percorso dedicato ai pellegrini. Col suo attuale doppio tracciato (orientale e occidentale) è caratterizzata da un percorso di grande fascino. L’itinerario parte da Nonantola e risale la valle del Panaro. Ha due direttrici che si congiungono a Fanano per proseguire verso il crinale (Passo di Croce Arcana). La direttrice occidentale passa da Pavullo e Renno. Quella orientale da Montese e Rocca Corneta.

LA PICCOLA CASSIA

La Piccola Cassia o Cassiola è un’antica strada romana che attraversa il territorio tra Modena e Bologna. L’itinerario è oggi un tragitto di circa 170 km che attraversa un paesaggio che va dalla pianura alle colline, per salire verso i boschi e le praterie dei crinali. In Appennino la Cassiola si incontra a Zocca e poi nel bolognese Castel d’Aiano, dove si immette nella Valle del fiume Reno. Attraversati i monti ridiscende quindi in Toscana e giunge a Pistoia, dove si ricongiunge con la ‘sorella’ maggiore, in direzione di Roma.

VIA GERMANICA IMPERIALE

La via Germanica Imperiale è riconoscibile dagli adesivi con il logo del cammino e segni di vernice gialla. Le tappe che toccano il nostro territorio sono: da Torre Maina a Pavullo poi fino a Montecreto e Fiumalbo. Per realizzare questa via venne scelto un nuovo percorso rispetto alla Romea Nonantolana che superasse l’Appennino attraverso il valico di Serrabassa, a est dell’Abetone. Si tratta della principale via medievale che attraversava il Frignano, all’epoca un territorio selvaggio e pieno di insidie. La strada proveniva da Pavullo e proseguiva per Acquaria, Strettara e Magrignana, fino a Riolunato, San Michele Pelago (Pievepelago) e Fiumalbo. Costituiva il tracciato più importante di epoca medievale attraverso il Frignano e ne rimangono importanti tracce nei ponti di Olina, in quello di Strettara e della Fola, nonché alcuni tracciati tuttora lastricati.

Il percorso ricalca quello del cammino di San Bartolomeo, istituito nel 2016, che collega Fiumalbo a Pistoia ed è contrassegnato da una spirale romboidale gialla.

LA VANDELLI

Tra le vie più moderne, di fondazione settecentesca, la più conosciuta, oggi, è sicuramente la Vandelli, risalente al Ducato Estense, che mise in collegamento Modena e Massa e fu la prima strada carrozzabile a valicare l’Appennino Tosco-Emiliano. Dal cuore dell’Emilia al Mar Tirreno, in poco più di 170 km. Il progetto definitivo di Domenico Vandelli è del 1739. Una strada ‘illuminista’, fornita di infrastrutture per l’alloggio e il ristoro. Negli ultimi anni è stata compiuta un’opera di recupero e stanno diventando sempre di più i camminatori che decidono di percorrerla. Nel suo corso in Appennino passa per Puianello, Serramazzoni, Pavullo, la Santona e quindi San Pellegrino.

Sempre del medesimo periodo, ovvero di poco successiva, anche se oggi in termini di trekking ha poca appetibilità, va ricordata la via Giardini, chiamata ’via nuova’ in contrapposizione alla Vandelli o via per la Toscana, in quanto diretta a Pistoia. Dalla sua fondazione fu subito una via di comunicazione importantissima.

Oggi è stata totalmente asfaltata. Resta oggi l’unica strada ’antica’ ancora in uso, oltre a quella del Cerreto e la Cisa.

VIA DUCALE

La ‘strada Ducale’ collegava direttamente i ducati di Modena e Lucca. L’accordo per la costruzione della strada venne in concomitanza con la cessione dell’exclave lucchese di Castiglione Garfagnana agli estensi, nel 1819.

La strada aveva lo scopo di accorciare il collegamento tra le due capitali, sfruttando il tracciato della Giardini. Il percorso dell’antica via Ducale verso il passo di Foce Giovo parte dalla località Dogana Nuova (Fiumalbo). Seguendo il percorso storico oltre il crinale toscano, è possibile arrivare fino a Tereglio.

LUNGO LA LINEA GOTICA

Tra i percorsi storici in Appennino non può mancare quello sulla ‘linea Gotica’ anche se in questo caso si tratta di storia ‘recente’.

A proporre questi itinerari è la recente guida ’Lungo la Linea Gotica’ a cura di Astrid Degli Esposti e Mauro Bompani che hanno raccolto ben 12 itinerari escursionistici nei luoghi che conservano memoria di battaglie, sacrifici, violenze e riscatto.

LA ‘VIA DEI CARBONAI’

Un’altra curiosità, sicuramente da recuperare, è quella proposta dal Corpo dei Carabinieri Forestale lungo il cosiddetto ’sentiero dei Carbonai’, tra Passo del Lupo e Lago della Ninfa, a Sestola.

Un itinerario che racconta la storia delle carbonaie, piazzole realizzate all’interno dei boschi dove veniva accatastata la legna e ottenuto il carbone. L’iniziativa di riscoperta della via rientra nell’ambito dei festeggiamenti per i 200 anni del Corpo Forestale dello Stato che si sono tenuti nel 2022.

Matteo Giannacco