
Graziano Sassi, 71 anni, si è innamorato del gioco del basket
La famiglia Bartoli, con la presidente Veronica in prima fila, rappresenta, per la Pallacanestro Reggiana, la leadership e la concretezza del socio di maggioranza che mette sul tavolo la gran parte del necessario alla stabilità e alle ambizioni societarie,
Enrico San Pietro, non più socio ma sempre nel Cda da apprezzato consigliere fa valere la sua pragmaticità, tocca allora a Graziano Sassi, come in passato avvenuto per il mitico Ivan Paterlini, tenere alta l’asticella della passione e dei sogni, oltre che contribuire agli investimenti.
Alla vigilia del via al campionato l’imprenditore scandianese, come sua abitudine, non pone limiti alle ambizioni.
Sassi, il campionato sta per cominciare. Le sue sensazioni? "Sono molto carico, ma soprattutto curioso di vedere la squadra all’opera. In particolare di vederla giocare tutta insieme. A causa dei problemi fisici che ci sono stati è da poco che si allenano a ranghi completi, quindi sarà interessante osservarla già dalla prima partita vera".
Ottimista per la stagione?
"Fiducioso. Soprattutto perché abbiamo un allenatore di altissimo livello, che sa come preparare un gruppo alle sfide di una intera annata: tecnicamente e umanamente. Sono convinto quindi che, come l’anno passato, vedremo una squadra unita verso gli obiettivi da conquistare, e questa è sempre la cosa più importante".
Dei nuovi acquisti chi le è piaciuto di più?
"Non sono un esperto del gioco, e lo sapete, ma detto questo, a livello di prime emozioni devo dire che Winston me ne ha già date una bella quota: accidenti in quanti modi sa fare canestro! Tuttavia, per me, il fattore fondamentale resta il rapporto umano. Voglio quindi fare in modo di conoscerli tutti il prima possibile".
Nell’ambiente c’è molta attesa…
"Sì, sento l’entusiasmo della piazza, credo supereremo gli abbonati della stagione scorsa, ci sono anche nuovi sponsor, tutto molto bello".
E lei cosa desidera da questa annata?
"Prima di tutto che la squadra sappia far divertire il pubblico. I nostri tifosi, dopo una settimana di lavoro, impegni, tanti pensieri, magari anche problemi, vogliono emozionarsi, divertirsi e, se possibile, anche gioire per una vittoria. E’ questo che voglio, per prima cosa, dai nostri giocatori: che la squadra emozioni e diverta".
In termini di risultati?
"Comprendo la prudenza di Veronica del management e di coach Priftis. E’ giusto pensare a chiudere il prima possibile il discorso salvezza, ma io confido si faccia un buon campionato, con l’approdo ai playoff, perché gli sforzi che come proprietà e dirigenza facciamo, li facciamo per costruire qualcosa di buono per la città, ma anche per vincere. Ho capito però che la serie A quest’anno sarà ancora più equilibrata, e che ogni partita sarà un combattimento durissimo. Tutto questo premesso: io il mio sogno ce l’ho".
E sarebbe?
"Vincere la Coppa Italia. Che è un trofeo, per come è strutturato su tante partite secche, che si può contendere: anche a Milano".
L’Unahotels si giocherà le sue carte pure in Europa, nella Fiba Champions League…
"Fin da quando abbiamo preso in mano le redini della società, come soci siamo stati chiari: una volta assestata la nuova dirigenza saremmo tornati in Europa, ed eccoci qua. Siamo orgogliosi di poter portare il marchio Reggio Emilia anche fuori dai confini. La gente non deve dimenticare che tutto quello che facciamo è per i tifosi, per i reggiani".
Anche in questo caso le chiedo: dove vorrebbe arrivasse la squadra in Bcl?
"Mi piacerebbe davvero se si superasse il primo turno, per continuare il più a lungo possibile a portare il nome della Pallacanestro Reggiana in giro per l’Europa".