Treviso, 16 dicembre 2021 – È polemica sul cluster di Covid scoperto oggi nel Trevigiano, sono 92 le persone tenute sotto osservazione dopo un pellegrinaggio ad Assisi. La sindaca della cittadina umbra fa muro: “Di sicuro i pellegrini non possono avere preso il virus ad Assisi”, dice Stefania Proietti. Tra i contagiati, c’è un paziente: un 78enne che aveva già completato la doppia dose di vaccino. Non si tratta quindi di un no-vax, come inizialmente diffuso dalla Uls di Treviso.
L’uomo – che risiede nella zona di Pieve di Soligo, dove è scoppiato il cluster, ed è considerato il ‘paziente zero’ del gruppo – non sarebbe in condizioni critiche, anche se al momento è attaccato alle macchine che ne monitorano le funzioni vitali. “Nella congestione dei primi momenti - spiega il direttore della Uls 2 di Treviso, Francesco Benazzi - mi era stata descritta come persona non vaccinata, in realtà i sanitari si riferivano alla terza dose, non ancora fatta. Un nostro errore di cui ci scusiamo”.
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Il cluster: 92 persone sotto stretta osservazione
A segnalare la presenza di un cluster di Covid del distretto di Pieve di Soligo è il Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 2 di Treviso. Sono 92 persone le persone tenute sotto controllo, di cui 24 positivi, 3 casi sospetti e 65 contatti stretti. Il cluster è legato ad un pellegrinaggio ad Assisi effettuato la scorsa settimana: buona parte delle persone hanno viaggiato a bordo di due pullman, 16 quelle che hanno raggiunto l'Umbria con auto propria. Il presunto caso indice, ovvero il cosiddetto paziente zero da cui avrebbe avuto origine il cluster, è ricoverato in terapia intensiva.
Qualche settimana fa, nel Tregiviano era risultato positivo al Covid anche Lorenzo Damiano, il leader dei no-vax veneti contagiato durante un pellegrinaggio a Medjiugorje, poi "convertito" al vaccino dopo la degenza in terapia sub-intensiva per le gravi conseguenze del virus.
Cosa sta succedendo in Umbria
Per garantire la sicurezza dei cittadini, la Regione Umbria sta valutando tutte le azioni per un eventuale ulteriore tracciamento, dopo il cluster individuato in Veneto, a Pieve di Soligo. Lo riferisce una nota dell'ente. La Regione Umbria fa sapere di essersi messa in contatto con la Regione Veneto, che ha riferito di avere predisposto l'attività di tracciamento e ha inviato una relazione ai referenti del servizio in Umbria nella quale riferisce che il potenziale paziente zero che non ha partecipato al viaggio, ma era invece presente a una riunione preparatoria.
La sindaca: “Assisi è una città sicura”
“Il gruppo non si trova in città e di sicuro i pellegrini non possono avere preso il virus ad Assisi perché non risulta alcuna rilevazione o tracciamento da parte del Dipartimento di prevenzione dell'Asl1 dell'Umbria con cui siamo costantemente in contatto”. A dirlo è la prima cittadina di Assisi, Stefania Proietti, che interviene così in merito al cluster individuato a Pieve di Soligo, nel Trevigiano. “È molto più probabile che il virus sia stato contratto durante il viaggio o in altri luoghi”, aggiunge.
“Pur partecipando alla preoccupazione di tutte le persone che si trovano in questi giorni a combattere contro il Covid – afferma la sindaca Proietti – pare scorretto e strumentale tirare in ballo il nome di Assisi come se fosse un posto insidioso e pericoloso per il contagio della pandemia”. E continua: “Da mesi raccomandiamo a cittadini e turisti di attenersi alle misure di sicurezza, da mesi invitiamo tutti a sottoporsi al vaccino e, in tutte le occasioni in cui si possono verificare afflussi di persone, adottiamo regole ferree come di recente l'obbligo delle mascherine anche all'aperto per tutto il periodo delle festività natalizie”. La prima cittadina respinge le accuse al mittente: “Assisi è una città sicura, accogliente e respingiamo qualsiasi attacco che possa danneggiare la nostra immagine”.