Patrizia Tossi
Veneto

Tragedia Marmolada, un anno dopo il fratello di Davide Miotti: “Non mi arrendo, si poteva evitare”.

Otto delle 11 vittime erano venete, oggi l’assessore Corazzari alla commemorazione con i sindaci: “Impegno per la salvaguardia”. Chi sono le vittime venete e la mappa dei ghiacciai a rischio

Erika Campagnaro e il marito Davide Miotti

Erika Campagnaro e il marito Davide Miotti

Venezia, 3 luglio 2023 – “Non mi arrendo alla logica dell’imprevedibilità. Sono sempre più convinto che qualcuno non abbia fatto bene il proprio lavoro”. L’aveva detto un anno fa e lo ripete anche oggi – nel giorno del primo anniversario del crollo della MarmoladaLuca Miotti, che in quella tragedia ha perso fratello e cognata: Davide Miotti e la moglie Erika Campagnaro. La scomparsa di Davide (51 anni) e la moglie Erika (45 anni) è una ferita ancora aperta nella cittadina vicentina di Tezze sul Brenta, dove erano molto conosciuti: oltre a scalare vette da 25 anni, il 51enne era una guida alpina esperta ed era il titolare del negozio ‘Su e giù sport’. E sulla Marmolada erano entrambi di casa. “Fotonica Marmolada” aveva scritto sui social pochi giorni prima di finire travolto dal crollo del ghiacciaio.

Il Veneto piange le sue vittime: ecco chi sono

Erano quasi tutte venete le vittime ‘inghiottite’ dal ghiacciaio il 3 luglio 2022. Su 11 alpinisti scomparsi – molti i corpi ritrovati senza vita e altri deceduti in ospedale dopo giorni di agonia – ben 8 erano del Veneto e quella vetta la conoscevano fin troppo bene. Ed è per questo che nessuno vuole sentire parlare di imprudenza, come spesso accade di fronte alle tragedie, o di tragica fatalità. Anche se l’inchiesta alla ricerca di eventuali responsabilità è stata archiviata. Oggi il Veneto ricorda i suoi morti, così come ha ricordato nelle ultime ore il governatore Luca Zaia. "È trascorso un anno dalla tragedia della Marmolada nella quale hanno perso la vita undici persone. Il Veneto è stato il territorio che ha avuto il maggior numero di vittime, otto sono i veneti che hanno perso la vita: Filippo Bari, Tommaso Carollo, Paolo Dani, Nicolò Zavatta, Davide Miotti, Erika Campagnaro, Gianmarco Gallina e Manuela Piran”.

Marmolada sempre più pericolosa?

“La Marmolada, a causa del cambiamento climatico, perde altezza e spessore. Quindi da aprile a giugno 2022, con le temperature fortemente anomale, le istituzioni avrebbero dovuto disincentivare o addirittura impedire l’accesso”, racconta Luca Miotti a Quotidiano Nazionale. “Continuo a pensare – insiste il fratello di Davide nell’intervista di Rita Bartolomei – che si dovesse fare prevenzione per quello che tanti glaciologi affermavano, e cioè che anche la Marmolada è una montagna malata. Si sapeva che sarebbe accaduto qualcosa di molto grave, non si sapeva quando”.

Commemorazione in quota

Ai 2.000 metri di passo Fedaia, sul pianoro ai piedi del ghiacciaio, stamattina la commemorazione degli 11 morti della tragedia di un anno fa. Don Albino Dell'Eva, don Mario Bravin, don Franco Torresani (che ieri ha celebrato la messa in memoria sulla vetta del ghiacciaio) hanno concelebrato la messa alla presenza dei famigliari delle vittime, delle autorità – in prima fila il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, l'assessore regionale veneto Francesco Corazzari e numerosi sindaci del territorio tra Veneto e Trentino – e una numerosa rappresentanza dei 200 soccorritori di un anno fa. Momenti intensi di silenziosa commozione tra i parenti delle vittime, che si sono scambiati affettuosi abbracci e sguardi di sostegno. Un dolore condiviso il loro, che non basta a farsene una ragione.

Il sindaco: “Il ghiacciaio si sta sciogliendo, ma la Marmolada resterà aperta”

“La presenza della regione Veneto è di vicinanza alle famiglie, di riconoscenza ai volontari, ma anche di impegno per la salvaguardia, il rispetto di un ambiente così delicato. Vogliamo, infatti, che la montagna resti una montagna da vivere”, ha detto l'assessore Corazzari. "Ci stringiamo con affetto intorno alle famiglie. Quest'anno, quasi per una beffa, c'è più neve sulla Marmolada – ha aggiunto il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard – ma il ghiacciaio si sta inesorabilmente sciogliendo. Per questo lo monitoriamo costantemente attraverso la Provincia". Il sindaco conferma che "comunque la Marmolada resterà aperta, se le condizioni lo permetteranno".

Evento davvero imprevedibile?

Un evento un "imprevedibile", ha stabilito la procura di Trento che ha archiviato l'inchiesta, perché quel ghiacciaio è malato da tempo, malattia che ha un solo colpevole: il troppo caldo dovuto al surriscaldamento terrestre e al cambiamento climatico. Da allora la situazione non è cambiata granché. I ghiacciai continuano a sciogliersi a un ritmo costante e inesorabile. Come ha documentato Legambiente alla fine del 2022, in un rapporto congiunto con il Comitato glaciologico italiano presentato al termine della Carovana dei Ghiacciai, quello della tragedia di Canazei è stato un vero e proprio "anno nero" per i ghiacciai alpini. Sulle Alpi Occidentali si registra in media un arretramento del fronte ghiacciato annuale di circa 40 metri. Il ghiacciaio della Marmolada, secondo il rapporto, tra 15 anni potrebbe scomparire del tutto: nell'ultimo secolo ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume.

La mappa dei ghiacciai a rischio

Secondo il rapporto di Legamebiente, si ritira di 200 metri all’anno il Ghiacciaio del Gran Paradiso, si ritirano i ghiacciai del Timorion (in Valsavaranche) e del Ruitor (La Thuile), di Verra (Val d'Ayas), il Lys e gli altri corpi glaciali del Monte Rosa, come l'Indren. Il Prè de Bar dal 1990 ad oggi registra mediamente 18 metri di arretramento lineare l'anno, il Miage in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua. I ghiacciai Planpincieux e Grandes Jorasses in Val Ferret (Aosta) sono a rischio di distacco, travolgendo gli insediamenti e le infrastrutture sottostanti a fondovalle. Nel settore centrale, si legge nel rapporto, il Ghiacciaio del Lupo solo nel 2022 registra una perdita del 60% rispetto a quanto perso nell'arco di 12 anni. Si assottiglia il Fellaria (Gruppo del Bernina, Val Malenco), collassa il Ventina (Gruppo del Monte Disgrazia). Sulle Alpi Orientali, il Ghiacciaio del Careser (Val di Pejo) si è ridotto dell'86%. Arretrano di oltre un chilometro la Vedretta de la Mare e di 600 metri il Lares (Gruppo dell'Adamello). Perdono spessore i ghiacciai di Malavalle e della Vedretta Pendente.