Ancona, il figlio del professore ucciso: "Mio padre, calmo e generoso"

Lo sgomento della famiglia Vitaletti. "Siamo persone oneste, come può essere capitato a noi?"

La vittima, Alessandro Vitaletti 47 anni, insegnante di lettere nella scuola media di Serra San Quirico

La vittima, Alessandro Vitaletti 47 anni, insegnante di lettere nella scuola media di Serra San Quirico

Ancona, 30 gennaio 2017 – «La nostra è una famiglia perbene. Siamo gente onesta, tranquilla, non abbiamo mai dato fastidio a nessuno. Incredibile una violenza simile, impensabile che potesse capitare a Sassoferrato e in particolare a noi». Uniti dal dolore, ma con una dignità fuori dal comune in una domenica in cui di solito a pranzo si ritrovavano per scambiarsi sensazioni e battute come avviene nelle coese famiglie di una volta. I Vitaletti sono così: gente capace di aprirti la porta di casa e del cuore anche nel giorno più triste che possa esserci. In quella villetta in località Colle a due chilometri dall’abitato di Sassoferrato ci sono proprio tutti: i due figli del professore di scuola media, la sorella Anna lei pure docente, il cognato Andrea Marinelli ex bomber della Jesina, la madre, i nipoti e alcuni amici del professore ucciso a coltellate. Sono lì insieme a fare gruppo tra sguardi attoniti, lacrime che si fatica a trattenere e abbracci ripetuti quando ricordano cosa rappresentasse per ognuno di loro il gigante buono Alessandro.

«Non potevamo mai immaginarci niente di simile – si sfoga il figlio Daniele, un ragazzone di 180 centimetri che a 19 anni ancora da compiere già sente l’onere e la responsabilità di portare comunque avanti la tradizione di un nucleo familiare forte e stimato – Mio padre era una persona calma e generosa, quello che è successo è fuori da ogni logica». Poi l’abbraccio con la zia Anna e gli ultimi flashback della giornata di sabato in cui nulla lasciava intuire la tragedia.

Erano circa le 4 del pomeriggio quando il figlio e la zia hanno incrociato Alessandro davanti casa. Pochi attimi dopo proprio Daniele ha telefonato al padre dicendogli che stava uscendo e che in serata sarebbe andato a cena con gli amici. «Bene, ci sentiamo più tardi», le ultime parole pronunciate al telefono al suo primogenito da Alessandro che poco prima alla figlia minore aveva invece riferito di voler uscire nel pomeriggio solo per alcune piccole commissioni e poi rincasare in breve tempo per trascorrere la serata nella sua abitazione.

Attorno alle 17, infatti, l’uomo ha avviato il tradizionale mini-tour di paese che lo avrebbe portato prima al distributore di carburante in zona Pincetto di fronte al bar Sport, poi al supermercato Coal e infine al tabaccaio per l’acquisto delle sigarette. Alle ultime due tappe non ci è mai arrivato, perché quello che secondo gli inquirenti è a tutti gli effetti un tragedia della gelosia si è consumato proprio mentre il professore si accingeva a compiere il rifornimento di benzina e improvvisamente si è trovato davanti il suo aggressore. Da lì la prolungata angoscia della famiglia da una parte per la tragedia appena consumata che ha lasciato tutti senza parole, dall’altra in attesa di notizie sul fronte investigativo fino alla cattura del presunto omicida in una lunga, infinita domenica segnata dal più lacerante dei dolori.

La lettera degli studenti