Fabriano (Ancona), 12 giugno 2013 - Si apre la trattativa tra sindacati e management di Indesit sul caso dei 1.425 esuberi di cui 480 nella sola Fabriano. Il primo incontro è fissato per venerdì 21 giugno a Roma in cui le parti sociali chiederanno sensibili modifiche al piano Italia.

Intanto domani si torna a lavorare allo stabilimento fabrianese di Melano, annunciato in chiusura proprio dal presidente Marco Milani, dopo tre giorni di cassa integrazione ordinaria. Nell'altro sito fabrianese di Albacina la cassa continua anche domani e venerdì e dunque la fabbrica riaprirà lunedì. Domani mattina coordinamento tra Rsu e sindacati territoriali.

In mattinata davanti alle telecamere della trasmissione televisiva 'Porta a Porta' (il servizio andrà in onda domani sera) operai e sindacati hanno ribadito che scioperi e forme di dissenso proseguiranno con blitz a sorpresa anche nei prossimi giorni. Sulla stessa linea  il segretario regionale dell'Ugl Francesco Armandi secondo cui “il piano di Indesit è inaccettabile e lo stato di agitazione proseguirà anche nel sito di Comunanza”.

Durissima la presa di posizione dell'ex assessore comunale al lavoro e portavoce dei Comunisti italiani per il quale “Indesit può pure andarsene da Fabriano tradendo storia e territorio, ma prima deve restituire fino all'ultimo centesimo i sussidi ricevuti dallo Stato e dalla Regione”. Un concetto su cui insiste anche la deputata del Fabrianese '5 stelle' Patrizia Terzoni che, dopo aver presentato un'interrogazione al ministro del lavoro Enrico Giovannini, rincara la dose.

“Al momento stesso in cui se ne vanno – sostiene la parlamentare – i vertici aziendali dovrebbero lasciare capannoni, mezzi di produzione e progetti in loco, perché si tratta di un frutto dell'intelligenza e dell'impegno collettivo dei lavoratori. Bisognerebbe introdurre il concetto di danno alla comunità, per questo in qualche modo Fabriano deve essere risarcita da chi compie simili scelte”.

Forte vicinanza ai dipendenti Indesit da parte dei lavoratori delle Cartiere Miliani-Fedrigoni, tanto che gli esponenti della Slc-Cgil del gruppo cartario riferiscono come “questo provvedimento ha dell'incredibile e ci lascia fermamente indignati per come la vicenda è stata condotta, soprattutto dalla proprietà”.

Alessandro Di Marco

 

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